'Dopo la nostra denuncia dello stato di profonda crisi del comparto cunicolo presentata nei mesi scorsi, anche la commissione Agricoltura della Camera, sulla base della proposta di risoluzione presentata dall' On. De Girolamo, ha affrontato i problemi della filiera e la necessita' di attivare delle misure nazionali anticrisi a favore della tutela dell' allevamento di conigli che rappresenta un settore strategico per la nostra zootecnia nazionale, con forti valenze dietetiche per i consumatori', ha dichiarato il presidente nazionale dell'Anlac, l'associazione nazionale liberi allevatori di conigli, Saverio de Bonis alla notizia dei lavori tenuti in commissione. 
'La nostra associazione esprime un forte ringraziamento per la solidarieta' ricevuta dai due rami del parlamento, De Girolamo e dal presidente della commissione Russo, e chiede al ministro Zaia di attuare misure urgenti per rilanciare e tutelare il comparto. Tra queste  intraprendere misure volte a favorire la creazione di un sistema obbligatorio di etichettatura e tracciabilita' degli alimenti che specifichi l'origine dello stato di produzione; adottare specifiche azioni affinche' si attivi, in favore del settore dell'allevamento cunicolo in crisi, il fondo per le crisi di mercato di cui all'articolo 1, comma 1072, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, per il rilancio del comparto e per il sostegno del reddito degli allevatori; adottare strumenti idonei per consentire un rapido accesso al credito in favore degli allevamenti cunicoli in stato di crisi;  garantire la trasparenza nella formazione dei prezzi all'ingrosso nell'ambito delle borse merci;  promuovere un accordo tra le associazioni degli allevatori e la grande distribuzione organizzata (gdo), mirato a favorire l'incremento delle vendite di conigli Made in Italy, attraverso un disciplinare.'
E' indispensabile intervenire per evitare un danno grave e irreparabile al comparto che sta provocando, da un lato la continua chiusura di moltissime imprese italiane e, dall'altro, rischia di turbare la concorrenza nel mercato a favore di poche imprese in una deriva duopolistica che impedisce al settore di crescere e lede anche gli interessi di altri attori della filiera (dall'indotto ai consumatori). 'E' ormai urgente voltare pagina', ha concluso De Bonis, 'poiche' la concentrazione in atto riduce il numero delle imprese, quindi l'occupazione, riduce la produzione del comparto e favorisce l'aumento di importazioni di qualita' scadente'.