Lo avevano chiesto da tempo e finalmente è arrivato. Anche per i coniglicoltori, dopo i loro colleghi allevatori di suini, è così giunto l’invito da parte del ministero per le Politiche agricole a sedersi attorno ad un tavolo di filiera per cercare una via di uscita alla crisi che da tempo strangola il settore. Una situazione di pesante crisi di mercato che da tempo offre prezzi che non arrivano nemmeno a coprire le spese di produzione. Molti gli allevamenti che hanno chiuso i battenti e molti quelli che saranno costretti a seguire la stessa sorte se non ci sarà a breve una svolta. A rischio è la sopravvivenza di un settore non secondario della zootecnia italiana, come già abbiamo ricordato su Agronotizie dell’uno agosto.

Con una produzione di 240mila tonnellate di carne per anno (dati Istat 2006), il settore cunicolo può vantare una produzione lorda vendibile di almeno 350milioni di euro, realizzati per la maggior parte nei circa 2000 allevamenti a carattere intensivo dislocati soprattutto nel Nord Italia, dal Veneto al Piemonte. Tutti stretti nella morsa di prezzi di mercato, fermi a quota 1,62 euro (media del 2008 sulla piazza di Forlì), contro un costo di produzione che va oltre 1,80 euro al kg. Quanto basta per richiedere lo “stato di crisi” che Veneto, Friuli V.G., Marche, Piemonte e Campania hanno già concesso.

 

Il Tavolo di filiera

Ora si aggiunge l’apertura del “tavolo della filiera cunicola”, convocato dal ministro Zaia l’8 settembre ed al quale hanno partecipato  le principali associazioni di settore, le organizzazioni professionali, sindacali, il mondo della cooperazione, quello della macellazione, della trasformazione e del commercio. Per il settore cunicolo questa iniziativa assume un significato del tutto particolare. E’ infatti la prima volta che il ministero dell’Agricoltura  convoca un tavolo di filiera per il coniglio, il che lascia ben sperare per una maggiore attenzione nei riguardi del comparto. E in proposito il ministro Zaia, a conclusione dell’incontro, ha detto:”Oggi abbiamo inteso dare al comparto un forte segnale di attenzione. Voglio che gli allevatori abbiano la consapevolezza che conosco a fondo i loro problemi e farò la mia parte per risolverli. E’ importante però, che alcune delle iniziative proposte oggi al tavolo trovino l’accordo degli attori della filiera”

 

Le proposte

Ma quali sono queste proposte. Fra le molte prende corpo la costituzione di un consorzio per la valorizzazione delle carni di coniglio che dia ai produttori maggiore presa sul mercato. Magari affiancato ad un sistema di etichettatura che valorizzi il prodotto. Insomma la strada già intrapresa dal Consorzio per la valorizzazione del coniglio italiano nato in seno all’associazione Coniglio Veneto, che molto ha insistito per la realizzazione del tavolo di filiera.

“A questa iniziativa – ha aggiunto Zaia -  il Ministero ne potrà affiancare altre, di promozione e comunicazione per ridare ossigeno al comparto.”

Ma è bene che gli allevatori non si facciano troppe illusioni. Difficilmente potremo vedere campagne miliardarie di pubblicità inneggianti alla bontà delle carni di coniglio. Intanto va salutato con ottimismo l’impegno del ministero nel trovare vie di uscita alle difficoltà del settore.

 

Foto Peterastn