L'emergenza dei rifiuti penalizza il mercato della mozzarella di bufala. Secondo la Coldiretti, l'incidenza delle ordinazioni annullate sarebbe di circa il 30% sul fatturato. Per la Asl 2 di Caserta, quella nel cui ambito territoriale ricade la maggior parte degli allevamenti bufalini, non c'è alcun pericolo. 'Hanno dato tutti esiti negativi gli esami effettuati dall'Istituto Zooprofilattico di Roma sulla presunta presenza di diossina nelle mozzarelle di bufala, provenienti da 127 aziende casearie dislocate nel territorio della Asl 2 di Caserta'. A precisarlo è il responsabile del Dipartimento di Prevenzione Pasquale Campanile Castaldo. 'Proprio in virtù dell'emergenza rifiuti', aggiunge, 'sono stati intensificati i controlli secondo il programma finanziato dalla Regione Campania'. Sono stati infatti effettuati, tra novembre e dicembre 2007, 127 esami sulla mozzarella di bufala proveniente da altrettante aziende casearie ( si legge in una nota della Asl 2) e, di questi, 86 per verificare la presenza di diossini e diossina Pcb (Policlorobifenili) simili, 31 relativi al Pcb e 10 per quanto concerne Pcb e diossina simili. Secondo la Asl casertana sarebebro immotivati i toni allarmistici che hanno provocato un calo di consumi. Il comparto della mozzarella di bufala conta tre mila allevamenti in Italia, di cui 1.700 in Campania e di questi poco più di 1.000 sono concentrati nella provincia di Caserta.