E così oggi sulle tavole degli italiani, accanto ai prodotti tradizionali, si possono trovare, tra gli altri, mango e avocado. Già, perché l'ortofrutta sta diventando sempre più internazionale.
L'AVOCADO
Macfrut senza confini
Anche Macfrut, la fiera dedicata all'ortofrutta in programma in questi giorni a Rimini Fiera, punta sull'internazionalizzazione: un espositore su quattro da oltreconfine, superata la soglia dei 1.500 buyer e presenza delle principali catene della grande distribuzione mondiale e degli importatori di frutta tropicale.Una novità dell'edizione 2018 è proprio il Tropical Fruit Congress, il primo summit europeo dedicato a mango e avocado in programma nelle giornate di oggi, 10 maggio, e domani.
Organizzato da Cesena Fiera, l'evento registra l'adesione di oltre 280 iscritti, con una altissima presenza da oltre confine, ben l'80%, in particolare dal Continente Americano (Nord e Sud America), Africa ed Europa.
"Due le ragioni di questa grande partecipazione" spiega il presidente di Macfrut Renzo Piraccini. "Prima di tutto l'unicità dell'evento, il primo così completo in Europa di respiro internazionale. Aggiungo la centralità sempre maggiore della frutta tropicale, che registra numeri di crescita a livello mondiale e consumi in Europa che crescono in doppia cifra. La frutta tropicale rappresenta una grande opportunità per diverse regioni del Sud d'Italia, favorite dalla rivoluzione dei trasporti. Mi auguro che questo evento possa fungere da stimolo in questa direzione".
Alcuni numeri a riguardo parlano chiaro. Secondo i dati Eurostat elaborazione Cso negli ultimi dieci anni (2007-2016), sino al 2012 si è verificato un incremento medio costante del consumo (5,8 milioni di tonnellate), per poi crescere in maniera progressiva sino a toccare quota 7,3 milioni di tonnellate nel 2016. Dunque, un incremento complessivo del 25%. Il consumo pro-capite di frutta esotica per abitante nell'Unione europea è passato nell'ultimo decennio da 11,3 chilogrammi a 14,4 chilogrammi, con una crescita pari a 3 chilogrammi per ogni abitante.
Nello specifico il summit esplorerà le attuali tendenze del mercato, dei consumi e degli scambi, ampliando lo sguardo anche agli sviluppi scientifici, alle tecnologie e ai metodi di vendita di prodotti sempre più richiesti nei mercati globali: avocado e mango saranno i prodotti al centro della due giorni in quanto sono i prodotti tropicali attualmente più richiesti dal mercato.
Anche qui i numeri sono eloquenti. In una decina d'anni il consumo di avocado in Europa è passato da 150mila tonnellate alle 393mila del 2016, per un incremento del 146%. Numeri in doppia cifra invece per il mango cresciuto del +56% sempre in un decennio (2007-2016).
Tropical Fruit Congress a Macfrut 2018
(Fonte foto: Macfrut)
L'intero focus su mango e avocado è contenuto nello Yearbook, pubblicazione che sarà consegnata gratuitamente ai partecipanti al summit, pratico strumento di consultazione e informazione per tutti gli operatori del settore. Scritto in lingua inglese, il volume prevede una parte iniziale che analizza gli scenari di produzione, i dati sull'import/export, i consumi e le attività di marketing.
Nella seconda parte si dà spazio alle interviste a diversi protagonisti del settore, dai produttori agli importatori, fino a referenti della Gdo e a rappresentanti di aziende di packaging/macchinari/strumenti per il controllo qualità.
La parte finale è invece dedicata all'elenco delle principali associazioni, dei paesi produttori e dei paesi importatori europei.
Avocado made in Sicily
Il clima cambia, l'agricoltura anche. Anche se la maggior quantità di avocado è importata dall'America Centrale, nel nostro paese si stanno diffondendo numerose coltivazioni.E così Andrea Passanisi, giovane fondatore del brand Sicilia Avocado, ha colto al volo l'occasione scommettendo proprio sul frutto tropicale e dando vita ad una coltivazione tra le pendici dell'Etna e il Mar Ionio, nella zona di Giarre.
"Già negli anni '50-'60 alcuni imprenditori avevano provato ad investire sull'avocado, non riuscendo però ad avere un riscontro a livello commerciale", ha spiegato ad AgroNotizie Andrea Passanisi. "Così, nel 2000, incerto se abbandonare il terreno in cui coltivavo limoni o convertirlo ad avocado, ho optato per la seconda scelta spinto anche dagli studi effettuati negli anni precedenti dall'Università di Agraria".
Grazie a questi studi, infatti, è stato dimostrato che la zona tra le pendici dell'Etna ed il Mar Ionio, significativamente nel territorio di Giarre, è particolarmente vocata a questo tipo di coltivazione principalmente per tre motivi: il clima, la struttura del terreno (sabbioso, vulcanico e ricco di humus, ovvero di nutrienti) e le falde acquifere. Grazie alla qualità dell'acqua è infatti possibile avere una crescita vigorosa e rigogliosa delle piante, come ha affermato Passanisi.
Avocado 100% born in Sicily
(Fonte foto: Sicilia Avocado)
Quali sfide e criticità, se ci sono state, hai dovuto affrontare all'inizio?
"La prima difficoltà è stata quella di scontrarmi con la realtà: coniugare l'innovazione con la tradizione. Anche l'agricoltura vive un'evoluzione ed è necessario unire i valori pensando al futuro. La seconda difficoltà che ho trovato è stata quella di convincere gli altri imprenditori ad unirsi perché l'unione fa la forza commerciale, ma non solo.
Da queste criticità alla fine è nato un consorzio sotto il brand Sicilia Avocado: brand che racconta lo sforzo e l'impegno di tutti quanti perché noi ci mettiamo la faccia".
Andando un po' più sul tecnico, che tipo di impianto avete e quali sono le necessità delle piante?
"Come Sicilia Avocado ultimeremo i nuovi impianti al termine della primavera, stagione perfetta dal punto di vista climatico, per raggiungere cento ettari circa di superficie complessiva coltivata tra avocado, mango e passion fruit. La maggior parte è dedicata all'avocado, la cui raccolta si concentra tra la fine di settembre e i primi giorni di giugno. Numerose sono le varietà che coltiviamo: Zutano, Bacon, Fuerte, Hass, Orotava e Reed.
Gli impianti sono in regime bio per cui utilizziamo le tecniche di agricoltura biologica stabilite dalla normativa europea. Inoltre, essendo la zona particolarmente vocata, non utilizziamo particolari prodotti, ci limitiamo a concimi organici, alleganti naturali dati dagli estratti di alghe e aminoacidi".
Quali sono i principali clienti, consumatori diretti o Gdo?
"Principalmente Gdo, sia nazionale che estera, con la Francia ai primi posti. Ma anche i mercati tradizionali nazionali, in particolare il Nord Italia con Milano e Torino in testa, ed esteri, soprattutto Francia, Svizzera e Polonia. Abbiamo anche una piattaforma e-commerce grazie alla quale vendiamo il 25-30% della produzione in tutta Italia".
(Fonte foto: Sicilia Avocado)
Prospettive e progetti futuri?
"L'obiettivo è crescere. Crescere gradualmente mantenendo alta la qualità. Siccome ci sarà sempre un gap tra le nostre superfici e quelle presenti in Sudamerica e in Spagna, è fondamentale avere una forte identità geografica che si differenzia in un mercato di grandi volumi e continuare a produrre avocado con qualità organolettiche uniche.
In futuro vorremmo espanderci e sviluppare nuovi impianti, anche perché il consorzio è aperto a tutti coloro che vogliono investire".