Il mese di novembre come nelle attese si è mostrato piuttosto dinamico in particolare nel corso della prima parte, in quanto è venuta a mancare la protezione dell'anticiclone. Tale assetto barico ha garantito una tendenza entro i normali ranghi del periodo, con le prime incursioni fredde dai quadranti settentrionali e numerosi vortici depressionari in transito.

Dicembre, anche in base alle attuali elaborazioni dei centri di previsione, ricalcherà la tendenza prospettata, con una prima parte più movimentata ed una parentesi centrale più stabile grazie alla maggior invadenza dell'alta pressione. Come anticipato nella tendenza mensile dell'ultimo appuntamento, già a fine anno potremmo vedere un importante affondo artico, che vedrebbe la piena maturazione nel corso del mese di gennaio, propenso quindi a fasi invernali anche incisive specie nella prima parte, alternate comunque a parentesi anticicloniche più o meno durature.

 

Cosa cambia rispetto al precedente outlook

Questa fase stagionale, dopo un inizio piuttosto dinamico, potrebbe orientarsi verso quell'instabilità invernale degna di tale nome, con calo generale delle temperature ed il ritorno della neve a quote molto basse, senza escludere comunque momenti anticiclonici con stasi atmosferica.
Nel corso di gennaio avremo quindi alcuni episodi freddi e nevosi specie sull'Europa centroccidentale, i quali condizioneranno di tanto in tanto anche il contesto meteorologico italiano proponendo bruschi ritorni invernali.

 

Italia settentrionale

Gennaio sulle regioni settentrionali aprirà all'insegna del freddo e della variabilità, ma con un sensibile peggioramento con nevicate a quote basse al termine della prima decade, specie tra basso Piemonte, pianure emiliane e successivamente anche sui settori orientali.

Una stabilizzazione caratterizzerà la fase centrale del mese, con ampie schiarite ed al più delle fioccate sui versanti esteri alpini.
Temperature in aumento grazie alla rotazione dei venti dai quadranti meridionali, pochi fenomeni previsti tra il 18 ed il 25 al Nord Est, cieli nel complesso sereni invece sui settori occidentali.

Nel corso dell'ultima decade torneranno le fredde correnti settentrionali, le quali anticiperanno un nuovo crollo delle temperature con fiocchi sino al piano sui settori orientali, Romagna e Cuneese, ma con rapide schiarite al seguito che garantiranno estese gelate notturne.

Il mese si presenterà quindi nel complesso freddo, senza il dominio incontrastato dell'alta pressione e con zampate invernali di rilievo.

 

Italia centrale

Anche per il Centro, dopo un inizio generalmente variabile, è atteso un sensibile peggioramento al termine della prima decade con venti forti in prima battuta dai quadranti meridionali, in successiva rotazione da Nord-Nord Est. Attesi anche dei temporali sulle aree appenniniche e settori tirrenici, fenomeni in graduale estensione a tutte le regioni con nevicate anche in bassa collina a fine fase.

Migliora grazie ad una fase più stabile tra il 12 e il 16, con residui annuvolamenti in rapido assorbimento per l'afflusso di correnti più fredde e secche che garantiranno brinate notturne. Una sostenuta ventilazione meridionale provocherà un incremento termico tra il 18 e il 25, con nevicate confinate oltre i 1.200 metri e ampie schiarite sulle aree di pianura e lungo le linee di costa.

Nell'ultimo scorcio di gennaio è previsto il ritorno delle fredde correnti settentrionali che apriranno la strada ad un peggioramento con nevicate a quote basse; più esposti in questa fase i versanti adriatici e in parte il Lazio.

Mese nel complesso molto dinamico anche per le regioni centrali, con un paio di episodi invernali in concomitanza di una importante flessione delle temperature.

 

Italia meridionale

Dopo una prima decade generalmente variabile, anche al Sud interverrà un sensibile peggioramento con venti forti dai quadranti meridionali e mareggiate sulle coste esposte. La successiva rotazione della ventilazione proporrà l'arrivo di fredde correnti di Tramontana e Grecale, seguite da temporali e rovesci diffusi sulle zone appenniniche e tirreniche, in estensione con il passare dei giorni alle restanti regioni; quota neve in calo, fino in collina.

Migliora nella parte centrale del mese con temperature in sensibile aumento grazie all'intervento di venti meridionali che ci terranno compagnia fino al 26; instabilità a seguire sui settori di Ponente, Sicilia Occidentale e Sardegna.

Nel corso degli ultimi giorni di gennaio arriveranno fredde correnti settentrionali. Anche sulle regioni meridionali è atteso un peggioramento con neve alle basse quote, più esposti i versanti adriatici, ionici e Sicilia Settentrionale.

Un mese meteorologicamente mutevole, con alcuni episodi invernali intervallati da momenti più miti e soleggiati.

 

Tendenza successiva

Da quanto si evince dalle ultime analisi, le migliori performance della stagione invernale potrebbero dare il meglio tra la seconda parte di dicembre e la prima parte di gennaio, quando sono attesi alcuni episodi freddi molto forti.

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