Assofertilizzanti, facente parte di Federchimica, ha posto questo tema al centro dell'annuale assemblea dei soci tenutasi a Castelbrando, in provincia di Treviso, in occasione della quale ha anche ospitato l’europarlamentare Elisabetta Gardini, relatrice sul testo per la Commissione ambiente del parlamento europeo, per un approfondimento sui temi caldi della normativa. Questa segnerà un’importante svolta per l’agricoltura e il commercio europeo e metterà le imprese produttrici di fronte a nuove sfide sui terreni dell’innovazione e della sostenibilità nell’ambito dell’economia circolare.
Il lavoro negoziale che porterà alla stesura della normativa è ancora in corso nelle sedi europee. Da un lato vi sono le quattro commissioni incaricate del Parlamento (Commercio interno, Ambiente, Agricoltura e Commercio Estero), le quali licenzieranno a breve le proprie proposte di emendamenti, dall’altro la presidenza maltese che sta coordinando i lavori del Consiglio dell’Unione Europea.
In fase di discussione gli ambiti più critici del nuovo regolamento, tra cui la definizione dei limiti dei contaminanti, sui quali Elisabetta Gardini si trova impegnata in prima persona per garantire e tutelare la sostenibilità dell’attività di molte imprese italiane.
Esponendo la propria visione, Gardini ha infatti ribadito che “per stabilire i limiti di cadmio nei fertilizzanti utilizzati in Europa, bisogna, da una parte puntare a obiettivi realistici e realizzabili, dall’altra calcolare e tenere conto delle conseguenze socio-economiche che le nuove misure adottate produrrebbero, sempre prestando massima attenzione alla tutela dell’ambiente, ma tenendo conto anche delle evidenze scientifiche. La mia proposta, ad esempio, di fissare il tetto del cadmio a 60 mg/kg rappresenta la sintesi di questi due orizzonti”.
Ogni obiettivo è infatti più o meno condivisibile anche in funzione della sua raggiungibilità e dei tempi che ci si prefigge di rispettare.
Da parte sua il presidente di Assofertilizzanti, Francesco Caterini, dopo aver rimarcato gli aspetti positivi della nuova normativa, quale l’armonizzazione di un intero settore, la maggiore facilità di scambio e la spinta all’innovazione sostenibile, ha ribadito la necessità che questo nuovo regolamento mantenga alta l’attenzione sulla qualità dei prodotti.
Caterini ha altresì ribadito l’importanza di riconoscere i meriti delle imprese che già lavorano in un’ottica di avanzata sostenibilità e soprattutto non penalizzarle in favore degli interessi di una minoranza di Stati membri.
“La rigida impostazione prospettata da alcuni Paesi, se applicata comporterebbe nel medio periodo importanti ricadute economiche e sociali – ha dichiarato Caterini - Significherebbe in pratica mettere fuori mercato e nell’impossibilità di produrre molte piccole e medie imprese, non solo italiane, che rappresentano oggi realtà performanti e posti di lavoro nei territori dove operano. Questa impostazione è stata peraltro criticata da più parti e definita 'irragionevole', nonché tecnicamente insostenibile e scientificamente ingiustificata. Se dovesse verificarsi questo scenario, molte imprese nazionali rischierebbero di essere fortemente penalizzate nei confronti di imprese estere, e di questo svantaggio competitivo potrebbero pagarne le conseguenze anche i nostri agricoltori che, perdendo prodotti efficaci, si ritroverebbero a dover sostenere costi maggiori mettendo a rischio la propria attività”.
All’Assemblea, fra gli altri ospiti, sono intervenute in maniera più puntualmente tecnica anche personalità accademiche come la Liviana Leita, docente e dirigente di ricerca del Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria, e Michele Pisante, docente di Agronomia Università di Teramo.
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Fonte: Assofertilizzanti