La Toscana continua il suo piano di lotta biologica contro la cimice asiatica.

 

A comunicarlo è il Servizio Fitosanitario regionale che riporta le attività iniziate a metà luglio con i nuovi lanci dell'insetto antagonista Trissolcus japonicus, più noto con il nome comune di vespa samurai.

 

Questo insetto è un parassitoide della cimice asiatica che depone le sue uova in quelle della cimice, portandole a morte.

 

Il piano di lotta biologica in Toscana è iniziato nel 2022, arrivando quest'anno al terzo anno di attività, ed è stato avviato dopo l'ok del Ministero dell'Ambiente ai nuovi lanci dell'antagonista.

 

Da luglio ad oggi sono stati rilasciati un totale di 1430 esemplari di vespa samurai, in 13 siti diversi scelti tra le varie zone a vocazione frutticola sparse tra le province di Lucca, Pisa e Arezzo, dove dai monitoraggi fatti dal Servizio Fitosanitario la presenza della cimice asiatica risultava maggiormente problematica.

 

Nel dettaglio in ogni sito sono state rilasciate 100 femmine e 10 maschi di vespa samurai, allevati dal Centro di Ricerca, Difesa e Certificazione del Crea di Firenze, attraverso dei lanci inoculativi che hanno come obbiettivo quello di cercare di far colonizzare l'ambiente all'insetto antagonista.

 

In questo modo, nel tempo, vespa samurai dovrebbe riuscire a riprodursi e rimane sul territorio, controllando da sé la popolazione della cimice asiatica, così da ridurne la presenza e diminuire o azzerare la necessità di trattamenti insetticidi.

 

La vespa samurai è attualmente la soluzione più sicura e potenzialmente la più efficace per contrastare la cimice asiatica, ed è innocua per le persone, gli animali domestici e le piante.

 

I trattamenti insetticidi infatti spesso sono poco efficaci, dal momento che la cimice è molto diffusa nell'ambiente, e attacca molte specie di piante. E questo fa sì che una coltura, dopo essere stata trattata, possa venire infestata di nuovo nel giro di pochissimo tempo.

 

La vespa samurai invece, ricercando attivamente le cimici e riproducendosi a suo danno, tende a ridurne il numero in tutto il territorio, garantendo un vantaggio sia per gli agricoltori che per l'ambiente.