La crisi della castagne in Campania è ancora nel vivo. L'attacco violento del Cinipide del castagno ha prodotto danni enormi, anche se il coleottero è stato contrastato da lanci massicci dell'antagonista naturale il Torymus sinensis.

Al ministero per le Politiche agricole sarà presto convocato il tavolo nazionale del castagno, mentre Coldiretti Campania ha inviato un corposo documento al presidente della commissione agricoltura del Consiglio regionale per la Campania, contenente otto proposte su come fronteggiare il fenomeno; sono molto orientate sul Programma di sviluppo rurale della Campania 2014-2020, ma anche su una nuova legge regionale per le buone pratiche agricole in castanicoltura e la richiesta a Regione Campania, da formalizzarsi al Mipaaf, di classificazione nazionale delle aree a bosco o frutteto di castagno.
 
Corrado Martinangelo, collaboratore del ministro Maurizio Martina, riferisce ad AgroNotizie: “Ho chiesto al settore competente del Mipaaf di riconvocare il tavolo nazionale castagno per fare di nuovo il punto della situazione sull’infestazione da cinipide con le Regioni interessate a partire dalla Campania, dove il fenomeno si è ripresentato dato anche il clima caldo dell’ultimo inverno, che non ha aiutato e per verificare altre azioni da mettere in campo, a cominciare dall’ottimizzazione dei lanci di Torymus sinensis”.
 
E sul documento di Coldiretti Martinangelo segnala “Le proposte formulate hanno una buona base, ma conviene lavorare in sinergia tra politiche nazionali e regionali di contrasto al cinipide e aiuto alla castanicoltura, faccio un esempio: per aiutare Agea a verificare il fascicolo aziendale nel quale le imprese agricole possono segnalare che il castagneto è da frutto per attingere alle contribuzioni del primo pilastro, le Regioni potrebbero delimitare le aree tra bosco e frutteto per i castagneti, mentre una classificazione nazionale unica - come richiesta da Coldiretti - sarebbe molto complessa e di difficile applicazione”.
 
Coldiretti Campania ha chiesto alle istituzioni di non abbassare la guardia inviando un documento all'attenzione di Maurizio Petracca, presidente della Commissione Agricoltura del Consiglio regionale della Campania. Nella nota di Coldiretti, firmata dal presidente Gennarino Masiello, oltre al punto sullo status quo sono contenute proposte operative che la Regione Campania potrebbe agevolare per dare respiro ai castanicoltori.
 
“La coltivazione del castagno da frutto - si specifica nel documento Coldiretti - costituisce una delle principali fonti di reddito di molte aree montane delle province di Avellino, Caserta e Salerno".
 
"Il castagno - spiega Salvatore Loffreda, direttore di Coldiretti Campania - riveste una rilevanza economica e sociale notevole in molte aree collinari e montane, dove svolge un ruolo fondamentale anche per il presidio del territorio e per la salvaguardia dell'assetto ambientale e idrogeologico. Prima della crisi del cinipide, che ha decimato i raccolti, oltre il 50% della produzione potenziale nazionale di castagne era campana. Per tornare alle quantità precrisi occorre affrontare i tempi necessari affinché la lotta biologica produca i suoi effetti".
 
Ecco le otto proposte che Coldiretti ha affidato al presidente Petracca per gestire il problema cinipide . Le prime cinque sono appostate sul Psr Campania 2014/2020.
  • attivare la misura 4 del Psr 2014/2020, dando priorità alle aziende castanicole negli investimenti agronomici.
  • attivare a stretto giro la misura 5, per il ripristino del potenziale agricolo danneggiato da calamità naturali
  • attivare la misura 1 del Psr Campania sul trasferimento di conoscenze .
  • bandi sulla misura 2, relativa ai servizi di consulenza.
  • attivare la misura 16.6 che agevola la produzione di energia rinnovabile da biomassa.
  • concludere a breve le istruttorie per le calamità 2012 e 2014 a valere sul decreto legislativo 102, contenenti anche le domande per i danni da cinipide.
  • avviare l'iter per una nuova legge regionale sulla castanicoltura, che regolamenti le buone pratiche agronomiche.
  • un appello alla Regione affinché solleciti il ministero nella classificazione definitiva del castagno come essenza forestale o frutticola.