"La ricerca varietale e la sperimentazione sono i cardini su cui poggia la moderna attività sementiera, il cui compito oggi è soprattutto quello di studiare nuove varietà e sementi, altrimenti la produzione agricola perderebbe la capacità di rispondere alle complesse esigenze del mondo agroalimentare.
Tuttavia il miglioramento genetico deve essere posto nella condizione di poter crescere
senza condizionamenti ingiustificati".
Lo evidenzia AssosementiAssociazione italiana sementi, in occasione del seminario sulla genomica e le biotecnologie applicate all'agricoltura organizzato dal ministero delle Politiche agricole.

Assosementi sottolinea che l'industria sementiera e la produzione agricola da sempre si avvalgono dei risultati della ricerca varietale.
Basti pensare a due tappe: per il frumento, nei primi decenni del secolo scorso, il contributo di Nazareno Strampelli che cominciò ad incrociare varietà diverse per ottenere nuove cultivars migliorate, poi negli anni '50 la diffusione delle varietà ibride, in particolare nel mais. Oggi è in atto una rivoluzione e si basa sulla conoscenza sempre più approfondita dei codici genetici delle piante resa possibile grazie alle moderne biotecnologie.

Secondo l'Associazione, il Paese deve incrementare la propria capacità di creare innovazione, ma è necessario anche che la ricerca e la sperimentazione possano svolgersi senza pregiudizi.

"Non condividiamo il tentativo di fare passare per innovative tecniche in uso oramai da diversi anni – continua Assosementi – mentre riteniamo necessario accrescere le risorse per la ricerca, finanziando adeguatamente le strutture pubbliche in modo che possano creare sinergie operative con il mondo privato e favorendo l'industria sementiera con politiche coerenti, ad esempio difendendo l'uso del seme certificato".

"L'auspicio di Assosementi - sono le parole del presidente, Paolo Marchesini – è che il dibattito sulle biotecnologie applicate all'agricoltura abbandoni i toni da barricata e che si riporti al centro dell'attenzione la forte domanda di innovazione che proviene dagli agricoltori e dal mondo agroalimentare, per difendere davvero il made in Italy".