Innalzare i livelli di qualità, differenziare e arricchire la già ampia gamma di offerta di prodotti disponibili: sono queste le principali tendenze dell’ortofrutta italiana. Dopo la patata, anche l’asparago verde si presenta sul mercato arricchito di selenio. Merito di una sperimentazione triennale avviata dall’Università di Foggia che ha messo a punto programmi specifici di concimazione dell’asparago volti a stimolare una maggiore acquisizione da parte della pianta del selenio, minerale di cui i terreni pugliesi sono già molto ricchi.
Ma basta la scelta di politiche produttive che differenziano verso l’alto il livello qualitativo e nutrizionale dei prodotti per avere maggiori opportunità di successo a livello commerciale? Come valorizzare nello specifico la maggiore qualità dell’asparago verde al selenio? Se ne è parlato a Foggia, in un convegno organizzato in collaborazione con la Regione Puglia, dal titolo
“Asparago verde al selenio come alimento funzionale”, svolto nell’ambito della IX Sagra dell’Asparago promossa dalla
Cooperativa orticola Giardinetto.
“Il rischio sempre presente – ha dichiarato il presidente di
Fedagri-Confcooperative Paolo Bruni –
è che i produttori non vedano premiati il loro sforzo per garantire ai consumatori innovazione di prodotto e salubrità, dal momento che essi spesso non seguono il prodotto anche nelle fasi di commercializzazione e di distribuzione sugli scaffali. Indispensabile diventa allora il ruolo delle Cooperative e delle Organizzazioni dei Produttori in grado di garantire, specialmente nelle aree storicamente meno organizzate del sud Italia, un maggiore coordinamento e una maggiore efficacia nelle politiche di promozione di un prodotto. Per valorizzare pienamente la qualità – ha proseguito Bruni – occorre che i produttori di asparago facciano capo alle cooperative per le attività di valorizzazione e commercializzazione del prodotto, anche attraverso la scelta di politiche di marca che consentano alla loro produzione di qualità di confluire sotto un unico marchio aziendale”.
“Bisogna partire quindi da una concentrazione produttiva e da una solida base organizzativa – ha concluso Bruni – per evitare che gli sforzi finanziari richiesti per la promozione del prodotto vengano vanificati. Non dimentichiamo che la distribuzione organizzata rimane un interlocutore indispensabile per arrivare al cliente finale”.
Al convegno sono intervenuti anche il professor Antonio Elia (Docente di Orticoltura presso la
Facoltà di Agraria dell’Università di Foggia), che ha presentato i risultati della sperimentazione universitaria, la nutrizionista Paola D’Ambrosio, che ha illustrato le proprietà del selenio, il presidente della
Cooperativa orticola Giardinetto Giorgio Mercuri e il direttore di Confcooperative Foggia Matteo Cuttano, che ha coordinato i lavori.
La Germania è il primo paese produttore d’Europa d'asparago, con 21.693 ettari (94.000 ton di produzione), seguita dalla Spagna con 9.500 ettari (36.000 ton) e dall'Italia con 6.588 ha (45.000 ton), Dati Euroasper 2008. Il trend produttivo è al rialzo in Germania e in Italia, mentre in Spagna le superfici e i volumi sono in riduzione.
A livello italiano, il Veneto è in testa alla classifica della produzione di asparago, rappresentando ben il 29% del totale (1.690 ettari). Se si prende in esame il solo asparago verde (in Veneto si produce anche quello bianco), la Puglia risulta al primo posto in Italia.