A Bioenergy Expo, il salone dedicato alla filiera energetica da fonti rinnovabili agricole (in corso a Veronafiere fino a venerdì), è corsa agli impianti di biogas. Ma per il futuro si parla di taglie ridotte: mini-impianti in stile 'filiera corta' o comunque dimensionati per l’autoconsumo aziendale.
L’interesse verso il biogas è esploso letteralmente nell’ultimo periodo, complice, sostengono gli addetti ai lavori, l’incertezza degli incentivi per gli impianti autorizzati dopo il 31 dicembre 2012. Anche se posizioni ufficiali del Governo dovrebbero essere comunicate dopo il prossimo agosto, sembra che le tariffe di 28 centesimi di euro per kilowattora elettrico prodotto verranno parzialmente ridimensionate (la media europea è di 0,16 euro per kwh) o comunque ripartite anche per produrre energia termica.
Il 2011, dunque, vedrà imporsi in misura importante la produzione di energia da biomasse e biogas. E questo dopo un 2010 già di per sé positivo, che ha portato l’energia da biogas a 1.700 gigawattora. A fare da traino, in particolare, sarà il nord Italia, epicentro della zootecnia 'pesante'.
"Stiamo registrando una accelerazione intensa negli ordini – affermano da Ab Energy, società leader del bresciano – tanto che solo nel corso del 2010 abbiamo venduto 110 impianti di biogas. Se teniamo conto che in Italia fino ad oggi ne sono stati costruiti poco meno di 400, la portata si spiega da sola".
Iml Impianti, azienda lecchese, ipotizza addirittura un balzo dell’ordine del 30% nelle vendite di quest’anno sul 2010 e indica la rotta delle tecnologie del futuro.
"Sarà sempre più orientata verso una trigenerazione – osserva Marco Rossi, sales manager di Iml – ovvero la produzione contemporanea di energia elettrica e termica, intesa come caldo, ma anche freddo".
Altre realtà presenti a Bioenergy ammettono che si sta vivendo un momento di grande euforia, tanto che un ordinativo di un motore da cogenerazione oggi può essere soddisfatto il prossimo marzo o comunque non prima di gennaio 2012.
"L’ondata di richieste ha provocato anche lo slittamento dei tempi legati alle autorizzazioni per l’allacciamento e la cessione di energia alla rete – sostiene Marco Montemezzi della veronese Biogas Impianti - Da 60-90 giorni in alcuni casi limite si è arrivati ai 12 mesi".
Il futuro sembra indicare una nuova rotta sulle dimensioni degli impianti. Così assicura Nicola Tessari, presidente della Tessari Energia di Padova. Sembrano infatti in netta diminuzione i colossi da 1 megawatt elettrico. "Molti si stanno orientando verso taglie più ridotte – specifica Danio Ampollini di Rota Guido – che partono dai 60 kilowatt e arrivano fino a 360 chilowattora".
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Fonte: Bioenergy Expo