Gli ultimi dati forniti da Aebiom - European biomass association, la prestigiosa associazione con sede a Bruxelles che si pone l'obiettivo di promuovere il settore del biogas a livello europeo, parlano chiaro: il potenziale di energia dell’allevamento italiano è ai primi posti nell’Europa a 27.

Dalle deiezioni di bovini e suini allevati in Italia si potrebbero infatti  ricavare potenzialmente 0,40 Mtep di energia, vale a dire oltre 4.500 GWh. Questo dato colloca l’Italia al  sesto posto in Europa dopo Francia (1,16 Mtep), Germania (0,88 Mtep), Regno Unito (0,58 Mtep), Spagna  (0,54 Mtep) e Polonia (0,44 Mtep).

Il potenziale italiano nel campo della produzione di biogas da deiezioni animali potrebbe così ricoprire il 6% della produzione di energia europea in questo settore entro il 2020.

Attualmente gli allevamenti nazionali di suini e bovini producono circa 103 milioni di tonnellate di deiezioni, una vera e propria miniera di biogas sfruttabile dalle aziende agricole, oltre che per produrre energia a scarso impatto ambientale, per integrare il proprio reddito.

Utilizzare le deiezioni animali per la produzione di energia pulita significa, dunque, abbattere sia i forti costi di smaltimento che il valore di azoto prodotto dalle aziende nel rispetto della stringente direttiva nitrati, nonché integrare il reddito aziendale immettendo in rete l’energia prodotta.

Si tratta di un’importante integrazione del reddito aziendale che può risultare decisiva in questo momento difficile del mercato.