Il blocco totale delle attività non necessarie sta infatti paralizzando il settore bloccando le vendite di piante che in molti casi saranno da distruggere, in un comparto che a primavera vede realizzarsi i due terzi del fatturato dell'intero anno.
Le aziende sono ovviamente aperte, le persone continuano a lavorare nei campi e nelle serre, ma la vendita al dettaglio è bloccata. E' possibile vendere solo all'ingrosso, ma poi anche i compratori, non potendo vendere al pubblico, sono fermi.
Di fatto le uniche vendite sono quelle destinate alle aziende agricole per i trapianti primaverili di ortaggi e di piante da frutto, per il resto è tutto fermo, comprese le esportazioni con la merce ferma negli hangar per una immotivata o pretestuosa diffidenza degli operatori esteri.
Così già il 60% della produzione nazionale di fiori e di piante è praticamente andato perso, con un danno di oltre un miliardo di euro secondo i primi dati forniti dall'Associazione nazionale florovivaisti italiani che lancia l'allarme per le 24mila aziende del settore.
Sospesi e rimandati all'autunno anche tutti gli eventi fieristici, compresa Myplant & Garden, la più importante manifestazione italiana del verde che è stata rinviata a settembre, e che si unisce all'appello di tutte le associazioni di settore per un pacchetto di aiuti ad hoc.
Dall'Associazione nazionale vivaisti italiani ad Assoflora, a Cia, Confagricoltura e Coldiretti, tutte le associazioni chiedono interventi che vadano dal rinvio delle rate dei mutui e delle quote previdenziali, alla cassa integrazione per i i dipendenti e all'integrazione del reddito per un settore che non gode nemmeno della Pac o di Ocm specifici per la gestione della crisi.
Oltre poi a misure per rilanciare i consumi, tra cui la proposta di Assoflora di prevedere la possibilità per le aziende di effettuare consegne a domicilio, nel rispetto delle norme di sicurezza sanitaria, soprattutto se il blocco si prolungasse. Una proposta che avrebbe anche un valore sociale, offrendo la possibilità di fare un po' di giardinaggio alle persone costrette a casa.
La ministra delle Politiche agricole Teresa Bellanova in un comunicato ha cercato di rassicurare i vivaisti, assicurando di trovare rapidamente misure compensative mirate, dichiarando che "nulla andrà perduto né in termini di sostegno immediato né in termini di prospettiva per le aziende del settore". Un settore che come ha riconosciuto la ministra rappresenta una quota significativa e strategica del nostro segmento agricolo.
Ma le problematiche non sono solo economiche. Anche dal punto di vista operativo stanno venendo fuori degli aspetti imprevisti che possono causare serie difficoltà, come ha sottolineato Francesco Mati, presidente della Sezione florovivaismo di Confagricoltura Toscana.
Il blocco totale delle attività non necessarie sta infatti limitando molti lavori legati all'impiego di ditte esterne. Se da una parte infatti gli impiantisti elettrici e idraulici possono continuare a lavorare ad esempio sugli impianti di irrigazione, altri, come alcuni contoterzisti legati al movimento terra o i noleggiatori di macchinari come le piattaforme aeree usate per le potature, avendo codici Ateco non legati all'agricoltura non possono lavorare, bloccando attività necessarie in questo periodo dell'anno.
Lo stesso vale per le attività di manutenzione soprattutto di giardini storici o di aree verdi di strutture turistiche e alberghiere, che se non eseguite tempestivamente possono portare a danni e compromissioni difficilmente recuperabili.
Un momento incerto e critico e soprattutto nuovo, dove la necessità di confronto, proposte e dialogo è e sarà fondamentale per affrontare una situazione nuova a cui nessuno era preparato.