La prima valutazione sui quantitativi di pere, effettivamente disponibili da immettere sul mercato per la stagione 2018-2019, è stata mostrata dal comitato di coordinamento dell'Oi pera il 2 ottobre scorso.

Dai dati raccolti le previsioni di produzione effettuate a metà luglio dall'organizzazione interprofessionale vengono confermate, con una produzione totale non dissimile da quella dell'anno precedente.
 
Diversa appare la situazione se si osserva la produzione commercializzabile e quindi destinata al mercato del fresco.
 Le frequenti grandinate e le problematiche di origine agronomica hanno infatti ridotto notevolmente la merce di prima qualità che nel complesso si può stimare inferiore di oltre il 10% a quella del 2017.
 
Per tutte le più importanti varietà sono stati registrati cali consistenti.
L'Abate Fetel vede la qualità diminuire del 16% sul 2017, per William B.C. e Max Red Bartlett il calo previsto è posizionato sul -7%, -16% per la cultivar Santa Maria, -12% per la Conference, scende del -20% la Decana e a -13% la Kaiser.
 
"A fronte di una produzione totale che già a metà luglio si prospettava in linea con quella dell'anno precedente e quindi su livelli abbastanza contenutia conferimenti ultimati ci troviamo con un quantitativo di prima qualità nettamente inferiore all'anno precedente – dichiara il presidente dell'Oi pera Gianni Amidei – Lo scorso anno la prima qualità rappresentava circa il 60% della produzione totale mentre le stime di quest'anno indicano una percentuale di I qualità pari al 50%. Siamo quindi di fronte ad un'offerta destinata al fresco al di sotto dei valori nella norma, che richiede il massimo sforzo nella valorizzazione di questo prodotto".