"Nell’ultimo anno le drupacee hanno subito cali importanti sia per un allontanamento degli acquirenti, fortemente sbilanciati verso la parte anziana della popolazione, sia per una tendenza comune a comprare meno ma ad un maggior prezzo, privilegiando una migliore qualità".
A fare il punto Alessandro Borghi della Nielsen, nell'ambito del convegno organizzato da Nielsen nell'ambito di Macfrut 2017, durante l'evento sulle drupacee organizzato da Naturitalia dal titolo 'Pesche, nettarine, albicocche e susine di Naturitalia. Uno sguardo al prodotto, ai territori di produzione ed al mercato'.
"Le famiglie che l’anno scorso hanno acquistato drupacee sono calate del 2,2%, attestandosi a quota 19,1 milioni - continua Borghi - I volumi acquistati sono diminuiti del 7,1%, arrivando a 355 milioni di chili. Il giro d’affari si è attestato sui 636 milioni di euro (-3,4%), con una spesa media per famiglia di 32,05 euro (-1,5%) e una quantità media per famiglia pari a 17,9 chilogrammi (-5,3%)".
Complessivamente il 40% delle vendite, in valore, ha interessato le pesche, il 26% le albicocche, il 19% nettarine, il 15% le susine. Il trend del comparto ha registrato una contrazione dell’8,1% in valore e del 13,2% in volume. Andamento opposto a quello mostrato dal settore frutticolo in generale, che sempre nel 2016, per ciò che concerne il peso imposto, ha registrato un aumento in volume del 7,8% e in valore del 12,6%.
Rimane alta l'importanza del discount, passato dal 12,7 al 13,1%, tra i luoghi preferiti per l'acquisto. Elevato anche il peso dei negozi al dettaglio (dal 13,5 al 13,7%) e si mantiene stabile quello della Gdo, con gli ipermercati fermi al 19,3% ed i supermercati in leggero calo (dal 30,2% al 29,8%).
Borghi fa il punto sul profilo del consumatore: "Persone tendenzialmente mature e con reddito medio-alto".
Per quanto riguarda la distribuzione geografica, le pesche sono consumate in tutta Italia; albicocche e susine sono invece preferite nelle regioni del nord-ovest, mentre le nettarine "piacciono" nel nord-est.
Settore in crisi, dunque, ma il rilancio è possibile. La ricetta di Naturitalia: "Sfruttare i trend salutistici e le richieste di naturalità, cercando una maggiore penetrazione nelle fasce più giovani”.