I consumatori vogliono fragole con frutto grosso (28 grammi), di forma conica, elevata consistenza, buona resistenza alle manipolazioni, di colore rosso brillante, ottime caratteristiche organolettiche e buona shelf-life. Senza dimenticare l'attenzione per la sostenibilità ambientale: meno trattamenti fitosanitari, meno concimazioni e meno irrigazione.
E poi ci deve essere una giusta produzione per permettere al produttore la sostenibilità economica.
La fragolicoltura deve così adattarsi alle richieste e seguire questi trend. Da anni il Crea - Unità di ricerca per la frutticoltura di Forlì lavora per trovare nuove varietà. Le sue attività di ricerca e sperimentazione hanno permesso d'introdurre nel mercato diverse varietà interessanti che hanno rappresentato la scelta migliore per i fragolicoltori italiani ed europei.
Tante sono le varietà che oggi sono potenzialmente interessanti e che sono viste da molte aziende private come una reale opportunità commerciale.
Questo vale per l'Italia ma anche per tutto il resto del mondo. In un contesto globalizzato anche la ricerca italiana è in grado di portare all'estero il frutto del proprio lavoro, ottenendo straordinari successi.
Pircinque* è una varietà costituita dal Crea-Frf
(Fonte immagine: © AgroNotizie)
"Ci sono tanti Paesi che guardano con interesse alle varietà che abbiamo costituito - spiega Gianluca Baruzzi, ricercatore del Crea e cocostitutore della varietà -. Il Brasile è uno di questi. E' un Paese in grande crescita ed il consumo di frutta sta aumentando. Basti pensare che nel 2001 erano 36.699 le tonnellate prodotte e nel 2011 erano 44.954 tonnellate. Tuttavia la produzione esportata rappresenta solo il 3% del valore totale.
La fragola è uno dei frutti più in crescita, pur rimanendo ancora legata ad un contesto tradizionale e locale. Ed è qui che le nuove varietà possono fare la differenza interpretando al meglio le necessità ed i bisogni: sapore più commerciale, adattabilità alle diverse zone di coltivazione ed ai diversi sistemi produttivi".
Al momento si stima che i potenziali consumatori di fragola in Brasile siano circa 50 milioni, concentrati principalmente nel triangolo formato da Rio de Janeiro, San Paolo e Belo Horizonte. Tra questi ci sono consumatori abituali di frutta ma anche persone che non utilizzano abitualmente frutta all'interno della loro dieta.
"I brasiliani consumano poca frutta e verdura: 57 chilogrammi a testa all'anno contro i 120 raccomandati dall'Organizzazione mondiale della sanità. Tra i frutti che cominciano a scoprire c'è sicuramente la fragola, apprezzandone il gusto, l'aroma e la freschezza".
Per cambiare questo scenario il ministero dell'Agricoltura del Brasile e il Comitato frutticoltura della Confederazione nazionale dell'Agricoltura hanno sviluppato una campagna promozionale per aumentare il consumo di frutta.
Le cattive abitudini alimentari sono dovute alle scarse informazioni sul beneficio della frutta, ad una produzione obsoleta ed ai costi elevati al consumo.
E' così che la varietà Pircinque* è arrivata agli onori della cronaca. La Tv brasiliana SBT Santa Catarina gli ha dedicato un servizio: una prelibatezza italiana che sta riscuotendo il consenso di agricoltori e consumatori.
Il servizio è andato in onda durante il notiziario del 9 giugno 2016 ed è stato seguito da milioni di telespettatori.
"La Pircinque* ha un frutto di ottimo sapore dolce - spiega Walther Faedi, breeder e padre della varietà -, con bassa acidità ed aroma intenso. La polpa è consistente e dotata di lunga shelf-life. Il colore è rosso brillante, forma conico-allungata e grossa pezzatura. La varietà è stata brevettata quattro anni fa e grazie alla collaborazione con l'Università di Santa Catarina ha saputo in poco tempo imporsi.
Inoltre la sua pianta è molto rustica e questo ha permesso di adattarsi ai diversi ambienti di coltivazione ed alle diverse esigenze agronomiche. Tra tutte quella di rispondere bene all'uso dei terreni non fumigati, visto che in Brasile non è possibile fumigare".
Anche i dati produttivi sembrano essere confortanti: si raccolgono circa 800 grammi/pianta, un dato che si avvicina ad un chilogrammo/pianta richiesto per ottenere in Italia un giusto reddito.