Perché la domanda è in costante aumento in tutto il mondo e perché la ripresa produttiva della Turchia, che aveva sofferto lo scorso anno per le gelate e la neve, non basta a riportare i prezzi del prezioso frutto in guscio sui valori pre-crisi. Si aprono le porte quindi a possibili nuovi investimenti.
E spunta un dato non del tutto sorprendente: gli italiani stanno già approfittando della congiuntura favorevole e la produzione del noccioleto Italia è attesa volare ogni oltre rosea previsione sin dalla campagna in corso e con una proiezione ottima per la commercializzazione nel 2016: +56,25% in termini produttivi e con i prezzi che sono in tensione e destinati ad aumentare.
A beneficiare della situazione sarà sicuramente da subito il prodotto della Campania, primo polo nazionale, ma le prospettive di sviluppo a lungo termine ci sono per tutti gli areali vocati.
E’ quanto emerso lo scorso 2 ottobre ad Akçakoca in Turchia, durante l’annuale incontro di cooperazione tra Ue e Turchia sulle nocciole.
I due principali report sono quelli presentati dal ministero per l’Economia della Repubblica della Turchia e dalla DG agricoltura e sviluppo rurale della Commissione Ue.
Ed è nel primo testo che emerge con chiarezza che la fase di sofferenza produttiva della Turchia sta finendo e che l’Italia potrebbe giocare un ruolo importante anche a medio e lungo termine.
Dalla Turchia...
La campagna di raccolta e commercializzazione di nocciole 2015-2016 in Turchia dovrebbe portare sul mercato non meno di 646mila tonnellate di prodotto. Queste le stime del ministero dell’Economia turco, che vanno confrontate con il magro raccolto dello scorso anno, seguito alle gelate e alla neve: 450mila tonnellate di prodotto raccolto e poi commercializzato nell’anno in corso.
Ma la ripresa produttiva turca, che dovrebbe portare da sola sul mercato mondiale 196mila tonnellate di nocciole in più, non fa certo crollare i prezzi sul mercato, nonostante le previsioni del governo di Ankara parlino di una sostanziale ripresa della produzione mondiale nel 2016, con un input complessivo su base planetaria destinato a toccare le 969mila tonnellate, il valore più alto mai raggiunto dal 2008, quando la produzione mondiale si attestò a 1070 tonnellate.
Il mercato domestico della Turchia, che nel 2016 si aspetta di produrre il 67% delle nocciole del pianeta, indica il prezzo Fob di riferimento per il prodotto nel mondo. E nonostante le attese di crescita produttiva ancora a settembre, secondo il rapporto del ministero dell’Economia della Turchia il prezzo delle nocciole turche era attestato a 8,77 euro al chilo, e pur registrando un certo calo, era da considerarsi ben superiore agli 8,06 dello stesso mese del 2014.
... all'Italia
Questa situazione sta al momento favorendo il prodotto italiano: abbondante e con prezzi di inizio campagna sicuramente troppo bassi. Non a caso, Ismea, nel report dello scorso 12 novembre, segnala prezzi franco magazzino di partenza sulle principali piazze italiane - Napoli, Avellino e Salerno - tutti in rapida salita e con quotazioni che vanno dai 3,50 euro al chilogrammo per la Lunga San Giovanni - I Qualità ad Avellino, fino ai 4,10 euro per la Tonda di Giffoni su Salerno. Sullo sfondo c’è il consumo totale di nocciole nel mondo, che secondo le previsioni turche finirà per attestarsi nel 2015 a 860mila tonnellate, e che punta a raggiungere e superare i valori più elevati dell’ultimo quindicennio.
Secondo il report del governo turco l’Italia coglierà le opportunità del mercato a breve termine: con una produzione che nel 2015-2016 è destinata ad attestarsi a ben 125mila tonnellate, il 56,25% in più dello scorso anno. Complici i nuovi investimenti nella coltura, ma soprattutto la decisa ripresa produttiva legate alle buone condizioni climatiche.
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Autore: Mimmo Pelagalli