Accanto ad un aggiornamento sul quadro normativo esistente, fornito dai funzionari del servizio di certificazione delle sementi (Cra-Scs) e dei servizi fitosanitari preposti ai controlli in campo e in laboratorio delle sementi, l’incontro ha consentito di verificare gli studi in corso per affinare le metodiche diagnostiche, l’effettiva trasmissibilità per seme di un determinato organismo nocivo e i progressi nelle tecniche di disinfezione delle sementi e nella valutazione del vigore del seme commerciale.
“Le aziende sementiere sono molto attente ai requisiti sanitari delle sementi prodotte e poste in vendita - ha affermato il presidente di Assosementi, Guido Dall’Ara, durante i lavori - perché sono coscienti che questa è la prima garanzia che cerca l’agricoltore quando deve affrontare scelte anche costose per realizzare le proprie colture. Un regime di controlli solido ed efficiente, privo di eccessivi formalismi burocratici e che si basi su una piena collaborazione tra gli organi pubblici preposti e le stesse ditte sementiere è l’unico strumento in grado di potenziare la qualità del sistema nazionale di produzione delle sementi e quindi indirettamente la competitività del nostro Paese”.
E’ intanto nel pieno della discussione a Bruxelles, nell’ambito del pacchetto di riforma denominato “Smarter rules for safer food”, la revisione della disciplina fitosanitaria comunitaria che tocca sia l’insieme delle norme, che l’elenco dei patogeni da quarantena o di qualità. Lo stesso pacchetto comprende poi un’altra proposta di interesse del settore, quella sull’organizzazione dei controlli, non solo in campo sementiero e fitosanitario, ma anche sugli alimenti, sulle produzioni animali e sull’impiego di agrofarmaci.
Sono attive nella produzione di sementi in Italia, secondo i dati dell’ex Ense, oggi Cra-Scs circa 300 aziende sementiere tra colture orticole e di specie agrarie e l’attività di moltiplicazione vede coinvolti ogni anno oltre 14.000 agricoltori. Nel 2013 sono stati destinati alla moltiplicazione delle sementi circa 190.000 ettari di superficie per le specie agrarie (cereali, foraggere, oleaginose, bietola), soggette a certificazione ufficiale, e altri 20.000 ettari per le specie da orto e officinali.
© AgroNotizie - riproduzione riservata
Fonte: Assosementi