Nonostante la bocciatura della proposta di regolamento sui materiali da propagazione vegetali da parte del Parlamento europeo, Assosementi, l’associazione che riunisce le aziende sementiere italiane, è certa che la Comunità dovrà riprendere, dopo le elezioni europee del prossimo maggio, su basi più solide e senza alcun pregiudizio, il progetto di aggiornamento delle norme esistenti nel settore. “Queste norme coinvolgono il lavoro di 12 milioni di agricoltori europei che devono guardare al mercato e nel contempo assicurare sicurezza e tracciabilità lungo la catena agroalimentare – ha dichiarato Guido Dall’Ara, il neo presidente di Assosementi. Di fronte a temi così importanti è fondamentale che l’Unione europea continui a lavorare affinché si possa arrivare presto a una soluzione in grado di salvaguardare le esigenze di innovazione cui l’agricoltura produttiva non può rinunciare e risultare più comprensibile ai consumatori, ai cittadini ed agli stessi politici”.

La proposta, purtroppo farraginosa, presentata nel maggio 2013 dalla Commissione e che non accontentava nessuno dei settori coinvolti, non meritava forse sorte diversa. È poi stato determinante nella netta bocciatura del testo – ha proseguito Dall’Ara -, il poco tempo a disposizione del Parlamento europeo per approfondire, ed eventualmente rielaborare insieme alla Commissione, una materia sicuramente complessa e facile a prestarsi a condizionamenti e disinformazione”.

E’ singolare osservare che mentre molti hanno criticato il testo di introdurre limitazioni o mettere a rischio la biodiversità, il settore delle sementi abbia manifestato timori opposti, ad esempio per le proposte non chiare sui materiali eterogenei e di nicchia. Altrettanto va detto per il giudizio sul pericolo di ulteriori appesantimenti burocratici, quando uno degli obiettivi del progetto era e resta la semplificazione e armonizzazione della normativa esistente. Certamente si è rivelato un errore di impostazione - ha sottolineato Dall’Ara-, cercare di mettere insieme in un unico regolamento settori come le sementi, i materiali vegetativi e quelli forestali, con caratteristiche ed esigenze abbastanza diverse tra loro”.

Attendiamo di vedere la posizione che assumerà il Consiglio europeo, di fronte al diniego manifestato per ora dalla Commissione di ritirare la proposta. Le incomprensioni e le fratture emerse in questo dibattito – ha concluso Dall’Ara -, dovranno richiamare in futuro tutti gli attori in causa, il nuovo Parlamento europeo, la Commissione, le organizzazioni agricole, quelle dei mezzi di propagazione ed i movimenti ambientalisti, a un duro, ma franco, lavoro di confronto e ricomposizione”.