Si dovranno fare investimenti sulla filiera dei cereali e pensare strategie di ampio respiro. Dalla programmazione dello sviluppo rurale post 2013, dai piani di settore e dai contratti di filiera ci aspettiamo un'azione coordinata per creare aggregazione e nuovo valore aggiunto in questo settore”. Con queste parole il presidente dell’Alleanza delle cooperative agroalimentari Maurizio Gardini lancia dall’Assemblea unitaria un rinnovato impegno nel settore.
 

Il settore cerealicolo nazionale è di primaria importanza economica e sociale, è presente nel made in Italy più tipico dalla pasta al pane ai dolci e indirettamente, tramite l’alimentazione animale, nelle carni, nei salumi e nei formaggi Dop. Coinvolge oltre 600.000 aziende agricole che utilizzano oltre 4 milioni di ettari per produrre circa 20 milioni di tonnellate di prodotto. Il valore della Produzione lorda vendibile è di circa 5 miliardi di euro, a cui si devono aggiungere quasi 20 miliardi di euro di fatturato derivante dalle industrie molitorie, mangimistiche, di panificazione e sementiere.
 

Occorre coordinare le risorse pubblicheha dichiarato Gardini – per qualificare al meglio l’offerta nazionale attraverso il finanziamento di investimenti strutturali per aumentare la capacità di stoccaggio. Ciò consentirebbe alle aziende di separare le partite in base alla qualità. Parte dei futuri investimenti dovranno inoltre essere rivolti alla gestione delle emergenze sanitarie, consentendo alle aziende di dotarsi di macchine selezionatrici e pulitrici nonché di prelevacampioni automatici”.
 

Queste possibilità - prosegue Gardini - dovranno essere date solo a soggetti che si presenteranno in forma aggregata, come è avvenuto per il progetto Rete qualità cereali, finanziato con il piano cerealicolo nazionale e che oggi sta lentamente dando i suoi frutti nella raccolta e monitoraggio dei dati sulla qualità e nella ricerca sul problema micotossine". 

 

Per costruire relazioni di filiera stabili e durature e per proporre queste strategie – ha dichiarato Gardini – è nostra intenzione, come cooperazione, proseguire nel percorso del Coordinamento cereali, associazione creata insieme alle organizzazioni professionali Cia, Confagricoltura e Copagri e che oggi, grazie alla partecipazione anche delle associazioni industriali, sta sempre di più caratterizzandosi come un vero e proprio organismo interprofessionale”.
 

Il Coordinamento ad oggi – ha concluso il presidente dell’Alleanza delle cooperative agroalimentari – è un disegno aggregativo unico nel panorama sindacale italiano, in grado di rappresentare numerose realtà di produzione della materia prima e dello stoccaggio. Rappresenta quasi il 60% delle terre arabili italiane e attraverso le strutture di stoccaggio aderenti ne veicola gran parte del raccolto”.
 

Nel settore cerealicolo, la cooperazione pesa per quasi 4 milioni di tonnellate di cereali prodotte e stoccate ed aggrega oltre 100.000 imprese che coltivano 800.000 ettari di terreno, ovvero all’incirca il 20% dell’intero settore.