Dopo la pausa estiva, secondo dati Ismea, la partenza nella prima settimana di settembre è segnata da una piena ripresa delle contrattazioni del grano in tutti i centri di scambio nazionali.

La quotazione media del tenero, con un aggiornamento al rialzo dei listini, si è attestata sui 232,94 euro per tonnellata; più faticosa la salita per il duro che con un prezzo stabile da oltre un mese sui listini di Milano e Bologna raggiunge i 282,83 euro per tonnellata.

Stabile, spiega Ismea, l’ingrosso per le farine di tenero ed in lieve recupero le semole di duro.

Ma, spiega Coldiretti in un comunicato, la produzione di grano sul territorio nazionale è in calo; le stime diffuse dal Mipaaf, infatti, sembrano confermare le previsioni di inizio campagna cerealicola che vedeva la contrazione delle superfici e del raccolto di frumento - i cui prezzi, ora in rialzo, erano poco appetibili - a favore di altre colture e in particolare dell'orzo.

Questo cereale, spiega Coldiretti, sfonda il tetto del milione di tonnellate registrando un passo in avanti in termini quantitativi sullo scorso anno di 9 punti percentuali; in termini di estensione, si legge, guadagna 16 mila ettari portandosi a quota 288mila.

Sarebbero circa 128mila gli ettari a grano duro persi nel 2011 traducibili in un calo produttivo pari al 6% circa sullo scorso anno; una perdita che almeno in parte è imputabile anche all'andamento climatico.

Per il tenero, la cui qualità sembra buona, a fronte di un prezzo sostanzialmente stabile rispetto a quanto visto nei mesi estivi, il calo produttivo percentualmente più contenuto (1% circa) segue la perdita di 27 mila ettari.

Sul mercato mondiale la produzione di tenero, stimata a quota 677milioni di tonnellate - in rialzo rispetto alle precedenti previsioni - ricalca la quota di consumi e, a fine agosto, ha raggiunto sul mercato di Chicago (Chicago board of trade) una quotazione di 280 dollari a tonnellata.

Il mercato mondiale del grano duro, caratterizzato da una previsione in calo per Stati Uniti e Messico cui si aggiunge un andamento incerto in Canada, tocca i minimi livelli produttivi; si stimano per il 2011 circa 35milioni di tonnellate che vanno ad incontrare una domanda rigida ed un consumo stabile che rimane nella media degli ultimi anni.

 

Tornando a casa, per uno sguardo a tutto tondo del mercato delle materie prime che negli ultimi anni tra speculazioni finanziarie, andamento del clima e la spinta verso i biocarburanti e le energie alternative ha vissuto cambiamenti e fluttuazioni continue, nel quadro nazionale delle oleaginose - rende noto Coldiretti - la soia si prevede vivrà un incremento sostanziale sia in termini di volumi (850mila tonnellate attese, quasi il doppio rispetto allo scorso anno) che in termini di superfici con un balzo in avanti di circa 70mila ettari.

Freccia rivolta verso il basso, invece, per il girasole che perdendo 30mila tonnellate scende a quota 250mila.

Per quanto riguarda il mais, infine, per cui l'Istat segnala un aumento di sei punti percentuali delle superfici coltivate, è previsto a fine settembre - fa sapere Coldiretti - un nuovo incontro volto a verificare, a consuntivo, le produzioni effettive e le prime stime ufficiali.