"In Basilicata la coltivazione della Fragola è stata introdotta all'inizio degli anni '60 nelle zone di Policoro e Scanzano per poi estendersi successivamente ad altre province. All'inizio degli anni '80 si è verificato un picco di superficie coltivata con circa 1000 Ha per poi avere un ridimensionamento nel 1990 con poco più di 300 Ha. Grazie all'introduzione di nuove cultivar più produttive (introduzione di Pajaro) e di nuove tecniche di coltivazione si è avuto un incremento che ha raggiunto nella stagione 2001-2002 i 750 Ha (la regione raggiunge la terza posizione in Italia)." Così Carmelo Mennone dell'Azienda Agricola Sperimentale "Pantanello" (Alsia) apre il proprio intervento nell'ambito del convegno "Innovazione varietale per una moderna fragolicoltura", svoltosi a inizio maggio a Francavilla a mare (CH). "Nella successiva stagione si è però avuto un nuovo rallentamento che ha portato la superficie coltivata a 400 Ha. Nel 2006 con l'introduzione definitiva di Candonga (ad oggi rappresenta il 60% della scelta varietale) il ridimensionamento si è fermato manifestando di contro una leggera ripresa."

Questo ridimensionamento della fragolicoltura in Basilicata è determinato da:
- Scarsi risultati economici;
- Difficile gestione della manodopera soprattutto nel periodo della raccolta;
- Concorrenza di produzioni provenienti da altre regioni italiane o Paesi Europei;
- Concentrazione della produzione in poche settimane;
- Alti costi di produzione ed elevate anticipazioni colturali;
- Qualità del materiale di propagazione non sempre ideale;

L'innovazione per la ripresa della fragolicoltura lucana
Per cercare di superare alcuni di questi problemi si è cercato di destagionalizzare la produzione della fragola con l'inserimento di nuove varietà che consentono di offrire un prodotto di qualità costante per un periodo di tempo più ampio. Inoltre si è cercato di passare dall'utilizzo di piantine frigoconservate a quello di piante fresche e/o a cime radicate con lo scopo principale di anticipare il ciclo colturale. Nel 2005 l'80% delle fragole derivano da piante frigoconservate nel 2007 invece il trend è cambiato e le piante frigoconservate sono scese al 20% a discapito delle piante fresche che sono salite all'80%.
La pianta fresca entra in produzione almeno 30-40 giorni prima di quella frigoconservata e quindi anticipa il calendario produttivo da fine Marzo inizio di Aprile ad inizio di Febbraio. Non emette stoloni e per cui non richiede manodopera per la loro eliminazione riducendo così le spese di gestione dell'impianto. Inoltre è molto meno soggetta a degenerazioni naturali dei frutti, poiché la scalarità di fioritura migliora la qualità del polline e di conseguenza quella dei fiori e dei frutti.Fragola - varietà Camarosa - tratta da Plantgest, il motore di ricerca delle varietà frutticole
Quindi il successo delle piante fresche è da affiancarsi sicuramente all'anticipo di raccolta, allungamento del calendario di produzione, minore e meglio gestita manodopera e la superiore qualità del prodotto. La varietà che si è meglio adattata a questa tecnica è la spagnola Candonga che si è distinta per sapore molto gradevole, colore brillante, ottima shelf-life, resistenza alle malattie e adattabilità alle condizioni pedoclimatiche delle aree mediterranee. Essendo molto gustosa si è dimostrata molto interessante dalla grande distribuzione organizzata. La seconda varietà più diffusa per piante fresche è Ventana che risulta leggermente più precoce di Candonga. Camarosa è invece risultata non particolarmente adatta in quanto preferisce climi un po' più caldi come quello di Lamezia Terme. Nel caso di utilizzo di cime radicate i migliori risultati produttivi sono stati forniti da Rubea (anche se la qualità è risultata sufficiente), seguita da Candonga (elevate anche le qualità organolettiche), Tudla, Camarosa e Ventana.
Le piante fresche però necessitano di un clima invernale abbastanza mite, temperato, perché entrano prima in produzione e si esaltano soprattutto con temperature medio-alte. Il caldo atipico dell'ultimo inverno è stato ideale per questo tipo di piante. Temono gli inverni freddi ed in particolare gli sbalzi termici, facilmente avvertibili nei tunnelloni in cui vengono solitamente coltivate nel Metapontino. La struttura in cui avviene la coltivazione delle piante fresche costituisce il vero grosso limite all'espressione dei loro punti di forza. Infatti i fragolicoltori utilizzano i tunnel già a loro disposizione (5 m di larghezza e 2,5-3 m di altezza al colmo): la limitata cubatura del tunnellone determina una scarsa disponibilità di aria che non riesce quindi ad ostacolare l'effetto del freddo e degli sbalzi termici, causando spesso ritardi nella produzione e bruciature di fiori e frutti. E' quindi necessario utilizzare dei tunnel serra, sempre in ferro e plastica come il tunnellone, ma di dimensioni maggiori (larghezza pari a 9 m ed altezza al colmo fino a 5 m). Questo permette un riscaldamento più lento ma una conservazione più lunga con perdite più graduali. Tali strutture sono provviste di un'apertura al colmo che permette di eliminare l'aria calda in giornate molto torride. Il loro sviluppo è però ancora limitato a causa dell'elevato costo di acquisto e costruzione.
E' necessario prendere in considerazione il fatto che la produzione delle piante fresche è più bassa di quella delle piante frigoconservate e si attesta sulle 3 t/ha rispetto alle 35 t/ha. Il modo migliore per rendere economica la coltivazione con piante fresche mantenendo i tunnelloni è l'ottimizzazione delle tecniche colturali ed la particolare cura dell'aspetto nutrizionale con un'attenta fertirrigazione. E se il tardo inverno e l'inizio della primavera decorrono piuttosto freddi è consigliabile utilizzare il doppio telo per mantenere una temperatura più elevata nel tunnellone.
"La Fragolicoltura lucana assume caratteristiche di innovazione nelle varietà e nei processi produttivi, di specializzazione aziendale e di ridotta presenza di numero di varietà ma di qualità." Così conclude Carmelo Mennone. "Si punta su una coltura tendenzialmente precoce, in modo tale da potersi inserire in un mercato sicuramente rischioso e competitivo ma molto recettivo e con ricavi tendenzialmente più alti."

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