Parliamo di revisione delle macchine agricole e parliamone tanto, parliamone tutti. Perché dobbiamo dirlo che ogni 3 giorni in Italia qualcuno, un agricoltore, muore schiacciato dal suo trattore privo di rollbar o di cintura di sicurezza. Che ogni anno, i morti sono 120 a cui si aggiungono gli hobbisti che non vengono registrati da Inail. Va detto che, dal 2015, esiste una Legge che obbliga i trattori ad essere adeguati alle norme di sicurezza e sottoposti ai controlli di revisione ma, anche volendo, gli agricoltori questi controlli non possono farli perché la Legge non è applicabile in quanto zoppa di un decreto attuativo.

 

Parlarne come è stato fatto martedì 18 aprile grazie a Federacma che, nella Sala Cenacolo della Camera, ha organizzato la giornata dal titolo "Le morti bianche in agricoltura" introdotta dall'onorevole Sergio Costa, vicepresidente della Camera dei Deputati.

L'Averne parlato, questa volta, ha fatto sì che mercoledì 19 aprile il Tg5 abbia trasmesso un servizio che ben racconta come stanno le cose e che il mondo dell'informazione da più parti, stia trattando il tema. E, allora, continuiamo a parlarne.

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Dalle parole ai fatti. Le promesse della politica

Almeno noi che seguiamo da anni la questione, di parlarne e basta siamo stanchi. Sarebbe proprio arrivato il momento di agire. Questo pensiero ha accomunato molti dei presenti a Roma, ma, alla fine, c'è poco da fare e che ci piaccia o meno, la questione è prevalentemente politica.

 

Martedì 18 maggio nella sala cenacolo della Camera dei Deputati, Roma. Da sinistra: Roberto Magrini, Massimo Alberghini, Roberto Rinaldin, Alessandro Malavolti, Tommaso Battista e Roberto Scozzoli

Martedì 18 maggio nella sala cenacolo della Camera dei Deputati, Roma. Da sinistra: Roberto Magrini, Massimo Alberghini, Roberto Rinaldin, Alessandro Malavolti, Tommaso Battista e Roberto Scozzoli

(Fonte: Agronotizie)

 

FederAcma presente in forze con il presidente Andrea Borio e il segretario nazionale Gianno Di Nardo, ha riunito tutti, o meglio, tanti degli attori coinvolti nella questione. Sergio Costa, vicepresidente della Camera dei deputati, FederUnacoma con il presidente Alessandro Malavolti e il direttore generale Simona Rapastella, Vincenzo Laurendi dell'Accademia dei Gergofili, Beniamino Deidda giurista e già procuratore generale di Firenze, Romano Magrini di Coldiretti, Simonpaolo Buongiardino presidente Confcommercio Mobilità, Tommaso Battista di Copagri, Massimo Alberghini di CAI Agromec, Roberto Scozzoli di Uncai, Roberto Rinaldin presidente Climmar, Nicoletta Cornaggia della Conferenza delle regioni e delle province autonome e, ancora le sigle sindacali Flai CGIL, Fai Cisl, Uila, Ugl, Coordinamento Asl e Inail.

 

È mancata la parte politica che ha lasciato il presidente della Commissione Agricoltura alla Camera Mirco Carloni da solo, a fare le veci del ministro Lollobrigida. Non pervenuti i Ministeri dei Trasporti e del Lavoro che hanno perso una buona occasione di confronto.

 

"Oggi abbiamo un importante quantitativo di denaro per rinnovare le macchine agricole - ha dichiarato ad AgroNotizie® Mirco Carloni. Questo permetterà di mettere i lavoratori in sicurezza. La maggior parte delle morti bianche in agricoltura avviene, infatti, per il ribaltamento del trattore - ha proseguito. Inoltre, per la prima volta, non c'è stata la proroga dei termini per la revisione dei veicoli in corso che è prorogata da almeno 8 anni. Il ministro Salvini ha affrontato l'argomento nella Commissione per la Sicurezza Stradale. È la prima volta che il ministero prende in mano questa situazione. Il tema delle morti bianche in agricoltura dal 2015 a oggi è stato trattato con inerzia. Si sono susseguiti diversi governi da quell'anno e c'è una responsabilità indistinta della politica italiana. Oggi noi dobbiamo prendere in mano la situazione e non giustificare questi dati. Sta infatti a noi, fare quel trasferimento tecnologico per ridurre i rischi sul lavoro. Investimenti, innovazione e sostituzione delle macchine, sono le cose più importanti da fare". 

 

 Mirco Carloni,  presidente della Commissione Agricoltura alla Camera il 18 aprile a Roma

Mirco Carloni,  presidente della Commissione Agricoltura alla Camera il 18 aprile a Roma

(Fonte: AgroNotizie)

Servono fondi

Prendiamo le parole dell'Onorevole Carloni come una promessa e, senza dubbio alla revisione occorre attaccare un piano di interventi a sostegno degli agricoltori. Ma l'esperienza ci ha insegnato che non sono le politiche dell'incentivo a spot a poter togliere dal parco macchine nazionale fatto di 2 milioni di mezzi - di cui 1/3 con più di 20 anni di età - le 700 mila macchine prive di dispositivi anti ribaltamento rollbar e gli oltre 1 milione di mezzi senza cinture di sicurezza.

 

Carloni, a favore del processo di svecchiamento, annovera 400 milioni di euro messi a disposizione dal Pnrr, altri 225 milioni dai fondi di innovazione gestiti da Ismea e 35 milioni di euro dai bandi Isi di Inail. 

 

Ma, conferma Di Nardo, i 400 milioni di Euro che ancora non sono stati ripartiti, stando a quanto definito dall'Europa, sono stanziati per l'acquisto di macchine semoventi - trattori - elettrici (non ibridi) o a biometano. Disponibili sul mercato in numero davvero insufficiente

 

Vero è, conferma Malvolti, che l'Italia sta provando ad imporsi in Europa per destinare 150 milioni di euro alle macchine semoventi e 250 alle trainate con la possibilità di spostare il residuo avanzato dall'acquisto di trattori elettrici e a biogas, nella scatola delle semoventi. Comunque, si parla di ipotesi.

 

Fatta la somma della dotazione economica, volendo contare anche i fondi Pnrr - come sottolinea Enrica Mammucari segretario nazionale UILA  - si tratta di una cifra completamente insufficiente.

 

Calendario delle scadenze oggi in vigore per la revisione delle macchine agricole non prorogato dalla Milleproroghe. La prima tranche è già stata bucata.

Calendario delle scadenze oggi in vigore per la revisione delle macchine agricole non prorogato dalla Milleproroghe. La prima tranche è già stata bucata.

(Fonte foto: Federacma)

 

Siamo tutti d'accordo. O no?

Se il sentimet generale è quello che non si può più aspettare - dopo tutto la revisione è Legge e, come ha fatto saggiamente notare Deidda, a qualcuno che sotto il trattore ha perso una persona cara, potrebbe anche venire in mente di chiedere il conto allo Stato -, qualche non trascurabile resistenza rimane.


Tutti d'accordo che la revisione debba trovare un epilogo ma sul piatto, vengono ancora giocati gli assi della burocrazia e dei costi a carico degli agricoltori così come la salvaguardia dell'economicità e della redditività delle imprese agricole. E se a farlo sono una delle maggiori associazioni di categoria e la parte politica presente, un po' di ottimismo viene meno.

 

Eppure l'Europa ce l'ha fatta

Di fronte ai tanti ostacoli che fino ad oggi hanno tenuta inchiodata la revisione in un cassetto di non si sa quale ministero, verrebbe da dire che la questione è davvero complicata.

 

Eppure, nel resto d'Europa è realtà. Lo è dagli anni '70 e i risultati sono strabilianti. In Germania - spiega Laurendi - ogni anno si contano meno di 10 morti, in Austria e Inghilterra meno di 5.

 

"L'Inail - spiega Laurendi - ha scritto oltre 3mila pagine nel documento contenente le linee guida utilizzabili per l'adeguamento del 100% dei mezzi agricoli". Documento già approvato dai ministeri competenti e, appunto, già operativo nei paesi di cui sopra. Perché in Italia no?

 

Ecco che con una svolta in capezzagna torniamo al punto dolente: i soldi. Però, fondi utilizzabili per l'adeguamento dei trattori, le leggi europee non consentono di stanziarne e, per la sostituzione dei vecchi trattori, come abbiamo visto, si potrebbe fare meglio. Per per esempio, prevedere una piano rottamazione serio, strutturato e duraturo. Dopotutto l'automotive è riuscito e oggi, la vita media di un auto è di 12 anni e nessuno di noi si sognerebbe mai di andare per strada con un auto non revisionata o senza cintura.

 

Non resta che attendere che la politica mantenga le sue promesse e metta la parola fine a questa epopea già durata troppi anni e costata troppe morti.

 

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