Un calo del mercato delle macchine agricole. Questa la previsione di Abia, l'Associazione bergamasca dei contoterzisti agrari. "Per ora il mercato sembra reggere – afferma Leonardo Bolis, presidente di Abia e della confederazione nazionale Confai –, ma potrebbe risentire della crisi generale del settore primario. Da gennaio ad oggi, a livello nazionale le immatricolazioni di macchine agricole sono aumentate ancora del 3% rispetto allo scorso anno, confermando un trend di crescita che non si è mai arrestato neppure in questi anni di difficoltà per il settore agricolo. Tuttavia si possono cogliere i primi segnali di un'inversione di tendenza".
Mentre, infatti, nella prima metà del 2011 le immatricolazioni segnavano un +12%, negli ultimi tre mesi le vendite hanno iniziato a calare in maniera significativa, facendo scendere la media dell'anno a un più modesto incremento del 3% rispetto al 2010. "Se poi andiamo a considerare le macchine 'di grossa taglia' – precisa Bolis – la variazione è apertamente negativa, ad esempio il segmento delle mietitrebbie è calato a livello nazionale di quasi il 4%. Ciò dimostra che anche gli agromeccanici stanno facendo i conti con la riduzione dei margini di profitto e la maggiore difficoltà all'accesso al credito".
Per quanto riguarda la realtà della provincia bergamasca il trend è, invece, ancora nettamente superiore a quello nazionale: "Per ora non disponiamo ancora di dati definitivi sul 2011 – osserva Enzo Cattaneo, direttore di Abia –, ma come associazione stimiamo un aumento di oltre il 10% nelle vendite delle trattrici rispetto al 2010". Per Abia il dato bergamasco, ancora positivo, è in linea con la generale tendenza dell'agricoltura lombarda a investire costantemente in attrezzature e tecnologie per l'agricoltura. "In particolare, le nostre imprese agromeccaniche – chiarisce Cattaneo -, nonostante la redditività sia in calo, hanno fino ad oggi inteso fare di tutto per offrire un servizio efficiente e all'avanguardia. Ma non ci è possibile dire fino a quando tutto ciò potrà continuare".
Che fare dunque rispetto a questi segnali di mercato non sempre facili da decifrare? "Per il prossimo futuro – afferma Bolis – occorrerà rivedere l'impostazione generale dei Piani di sviluppo rurale, Psr consentendone l'accesso anche alle imprese agromeccaniche, in particolare per quanto riguarda le misure destinate all'innovazione nell'area della meccanica. Non dimentichiamo che in bergamasca vi sono ancora oltre 14 mezzi agricoli con un'età superiore ai 10 anni con tutti i problemi in materia di sicurezza e di efficienza che ne conseguono".
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Fonte: Abia