Nel mondo del trattore c’è una tradizione tutta Italiana. Il cingolato. Un mezzo che, in Europa, fu lanciato nel 1932 da Fiat, era il “700 C”, che già anticipava nelle sue caratteristiche tecniche quelle connotazioni costruttive oggi diffuse sui prodotti contemporanei. Una concezione progettuale nata vincente si potrebbe quindi pensare, se non fosse che, Italia a parte, non ha mai trovato grandi sbocchi commerciali sui mercati d’Oltralpe. Ancora oggi infatti, se escludiamo le poche unità di cingolati venduti in Portogallo, Spagna, Grecia e California, il cingolato classico, é utilizzato praticamente solo in Italia, ambito che vide il periodo di massimo splendore della macchina al tempo delle bonifiche delle paludi Pontine, nel periodo post bellico, opera eseguita appunto quasi esclusivamente da trattori cingolati.

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In montagna e in collina è re, mentre in pianura i contoterzisti ne tengono in parco uno solo là dove è frequente ritrovarsi a operare in condizioni limite come per esempio possono essere le semine primaverili in caso di pioggia. Ne deriva che se da una parte la macchina non potrà mai “esplodere” da un punto di vista commerciale, dall’altra tiene il suo mercato, anche se con volumi inferiori al passato.
Nel 2006 se ne sono immatricolati più di due mila e 500, l’8,5% del volume totale di mercato, due mila e 500 mezzi realizzati tutti da costruttori italiani.
Argo Group, leggi Landini, New Holland e il Gruppo Same. New Holland, già Fiat Agri, è leader del segmento con quasi la metà delle vendite totali, Landini è secondo e dietro di lui si piazzano Lamborghini e Same, due marchi che di fatto avanzano le stesse macchine. Il resto viene diviso tra Goldoni, Massey Ferguson, McCormick e Valpadana, fermo restando che gli ultimi tre questi marchi si rifanno nella meccanica ai Landini.

Due i segmenti del mercato. Quello dei pieno campo per le lavorazioni pesanti e quello degli speciali per il vigneto e per il frutteto con la larghezza a far da spartiacque. Sopra i mille e 400 millimetri si ha a che fare con dei pieno campo e sotto con degli specializzati, con questi ultimi venduti in circa ottocento esemplari l’anno. Numeri da nicchia in definitiva, ma riferiti ad aree geografiche ben definite e che quindi danno luogo a business apprezzabili per i concessionari. In queste pagine l’esame del mercato avanzato partendo dall’idea che un buon cingolato deve avere un buon motore, baricentro basso, posto guida avvolgente, facilità di controllo e un’idraulica capace. Il tutto abbinato ad affidabilità e facilità di manutenzione e, per gli “speciali”, dimensioni compatte.

Landini “Trekker”, Massey Ferguson “MF 3600 C”, McCormick serie “T”, Valpadana serie “F”
15 versioni, quattro speciali e undici a pieno campo, con potenze da 59 a 98,6 cavalli

New Holland “TK-A”
La serie “Tk-A” è costituita da dieci modelli, quattro speciali e gli altri a pieno campo. Una versione degli speciali è disponibile anche con cingolatura di gomma. Il “Tk 130 Hydro”, con trasmissione idrostatica e cabina climatizzata, è per ora offerto solo come pre-serie
e non è incluso nelle rassegna. Se la campagna 2007 darà i risultati sperati, New Holland avvierà la produzione definitiva di una macchina che punta ad ampliare le attuali possibilità di utilizzo del cingolato portando qualcosa di nuovo nel segmento

Same “Krypton”, Lamborghini serie “C”
Dieci modelli disponibili per i cingolati trevigliesi, quattro speciali e sei a pieno campo. Disponibile anche una versione delle macchinespecializzate con cingolatura in gomma

Goldoni “Lander"

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Tratto da Macchine Trattori n. 60 - febbraio/2007 - pagg. 54-57
in collaborazione con Orsa Maggiore Edizioni