Non capita spesso che una azienda come Cereal Docks, attiva nella prima trasformazione agroalimentare, dialoghi apertamente con la controparte agricola per affrontare insieme le sfide che il settore sta vivendo. Per questa ragione ha suscitato molto interesse l'evento InnCampo 2025, organizzato presso Ca' Felicita, la demo farm che Cereal Docks conduce a Jesolo, in provincia di Venezia.

 

Ma facciamo un passo indietro. Cereal Docks è un gruppo industriale italiano che compra commodities agricole sui mercati internazionali e domestici per la produzione di ingredienti come farine, oli e lecitine, destinati ad applicazioni nei settori alimentare, farmaceutico, cosmetico, feed, tecnico ed energetico.

 

Un momento dell'evento InnCampo 2025 a Ca' Felicita a Jesolo (Ve)

Un momento dell'evento InnCampo 2025 a Ca' Felicita a Jesolo (Ve)

(Fonte foto: Tommaso Cinquemani - AgroNotizie®)

 

Come spiegato da Andrea Pietrobelli, responsabile del Dipartimento Agronomico di Cereal Docks, l'azienda dialoga incessantemente con gli agricoltori da cui acquisisce le materie prime che poi trasforma e la demo farm di Ca' Felicita serve come banco di prova per mettere in atto quelle tecnologie e strategie di agricoltura rigenerativa che servono alle aziende per essere maggiormente sostenibili, ma soprattutto in grado di gestire gli effetti dei cambiamenti climatici.

 

InnCampo è un evento, organizzato ogni due anni, durante il quale gli agricoltori della rete di Cereal Docks sono invitati a toccare con mano le tecnologie testate in campo. Ma Pietrobelli ci tiene a sottolineare che si tratta non di una azienda sperimentale, ma di una realtà produttiva che sta sul mercato e utilizza solo soluzioni che sono realmente efficaci e utilizzabili dagli agricoltori.

 

Il nodo del clima che cambia

A Serena Giacomin, climatologa e direttrice scientifica dell'Italian Climate Network, è stato affidato il compito di descrivere come il clima sta cambiando negli anni. Il suo intervento ha avuto il merito di contestualizzare, attraverso dati concreti, un fenomeno che ormai incide direttamente sul lavoro quotidiano di chi fa agricoltura.

 

"Negli ultimi anni assistiamo a ondate di calore sempre più frequenti e intense, con temperature che superano di 8-10 gradi le medie climatiche. Un'anomalìa che impatta non solo sulla salute delle persone, ma anche sulla produttività agricola", ha spiegato Serena Giacomin. Nel corso del suo intervento ha mostrato dati aggiornati relativi alle temperature rilevate in Veneto, evidenziando come le punte estive attuali abbiano ormai superato con costanza i limiti registrati nel trentennio climatico di riferimento.

 

Ma non si tratta solo di caldo: anche le precipitazioni stanno cambiando volto. "Oggi piove meno frequentemente, ma con maggiore intensità. È un fenomeno ben documentato, che crea danni diretti e rende più difficile la gestione delle risorse idriche", ha continuato Serena Giacomin, che ha mostrato l'andamento delle piogge a Jesolo dal 1940 al 2020, evidenziando una crescente instabilità, con alternanza di lunghi periodi secchi e precipitazioni violente.

 

Le warming stripes rappresentano graficamente l'anomalìa termica dal 1940 a oggi

Le warming stripes rappresentano graficamente l'anomalìa termica dal 1940 a oggi

(Fonte foto: Serena Giacomin, climatologa e direttrice scientifica dell'Italian Climate Network)

 

"Il Mediterraneo è considerato un hotspot climatico - ha spiegato - perché si scalda più rapidamente della media globale. E l'Italia, in particolare, è già oggi esposta a un aumento medio delle temperature ben superiore alla soglia di sicurezza dei 2°C indicata dagli accordi internazionali".

 

Serena Giacomin ha anche illustrato i dati storici sulla concentrazione di CO2 (foto in basso), mostrando un grafico che copre un arco di 800mila anni. Le oscillazioni naturali dei gas serra appaiono irrisorie se paragonate all'impennata registrata negli ultimi decenni. "Un cambiamento così repentino mette a rischio la tenuta dei nostri sistemi agricoli, costruiti su equilibri climatici che oggi non esistono più".

 

Come è variata la concentrazione di CO2 sulla Terra negli ultimi 800mila anni

Come è variata la concentrazione di CO2 sulla Terra negli ultimi 800mila anni

(Fonte foto: Serena Giacomin, climatologa e direttrice scientifica dell'Italian Climate Network)

 

A fronte di questi dati, secondo Serena Giacomin è necessario agire su due fronti: mitigazione e adattamento. "Ridurre le emissioni è fondamentale, ma dobbiamo anche essere in grado di adattarci ai nuovi scenari, con strategie agricole flessibili e basate su dati meteorologici, che devono diventare strumenti decisionali e non solo descrittivi".

 

Attrezzarsi per affrontare un clima che cambia

Sul palco è salito anche Michele Morgante, docente presso l'Università degli Studi di Udine, che da decenni lavora al miglioramento vegetale. Secondo Morgante il lavoro dei ricercatori sarà sempre più fondamentale per mettere nelle disponibilità degli agricoltori nuove varietà di piante, che siano in grado non solo di adattarsi ad un clima che sta cambiando, ma anche di resistere a patogeni e offrire ai consumatori prodotti di qualità e dal valore nutrizionale sempre maggiore.

 

E in quest'ottica le Tecnologie di Evoluzione Assistita (Tea) possono giocare un ruolo importante, come sottolineato anche dal senatore Luca De Carlo, presidente della Commissione Agricoltura al Senato, che, tra le altre cose, ha ricordato il suo impegno verso la sperimentazione in campo delle Tea.

Prima delle visite in campo e presso gli stand dei numerosi espositori che hanno partecipato all'evento, Mauro Fanin, presidente di Cereal Docks, ha voluto lanciare il suo appello alle imprese agricole presenti, invitandole a collaborare per affrontare assieme le sfide che il settore ha davanti, in primis quella dei cambiamenti climatici, che possono essere vinte solo innovando il modo di fare agricoltura.