Le norme degli strumenti per la gestione del rischio in agricoltura vanno profondamente riformate e Governo e regioni si avviano a convergere su un obiettivo: ampliare il mercato delle assicurazioni incentivate al Sud, rimasto fino ad ora marginale, dove si assicurano anche solo 3 aziende agricole su 100 (è il caso della Campania) e a nuove colture, diverse da uva da vino e ortofrutta.

 

È l'unica strada per diversificare il rischio di portafoglio delle compagnie assicurative, uscire dalla spirale degli aumenti delle polizze e liberare risorse per gli strumenti innovativi di gestione del rischio: fondi di mutualità e strumenti di stabilizzazione del reddito. Anche se occorre investire di più da parte di Stati e Unione Europea su tutti questi strumenti. Un lavoro di lunga lena, che inizierà a dare i primi frutti a partire dalla campagna assicurativa 2025, ma che punta a portare novità nella Pac post 2027.

 

È quanto emerso a Napoli il 23 febbraio 2024, durante il convegno finale AgriRisk, promosso dall'Assessorato all'Agricoltura della Regione Campania, tenutosi a Villa Doria D'Angri, sede dell'Università Parthenope.

 

L'introduzione di Caputo

Ha introdotto i lavori l'assessore all'Agricoltura della Regione Campania, Nicola Caputo che ha sottolineato come "La stabilizzazione del reddito è il vero punto cruciale da cui far partire tutte le altre politiche, come dimostrano le proteste degli agricoltori in tutta Europa. La gestione dei rischi in agricoltura deve rappresentare uno dei tre pilastri fondamentali della nuova Pac, in grado di comprendere anche tutti gli strumenti per la gestione delle crisi di mercato, delle crisi finanziarie e di accesso al credito". Caputo ha sottolineato inoltre come "Le risorse non sono sufficienti, al netto di un sistema da rifondare perché fallito a livello tecnico finanziario e politico, e soprattutto perché non riesce più a dare risposte al settore".

 

Le azioni del Governo a breve termine

Il ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida, collegato in videoconferenza, ha sottolineato quanto già fatto negli ultimi tempi dal Governo sulle polizze incentivate per riavviare il sistema su modalità nuove: "Dopo aver coperto il buco di 230 milioni ereditato dai precedenti governi per le campagne assicurative 2022 e 2023 - ha dichiarato il ministro Lollobrigida - stiamo lavorando per velocizzare i pagamenti e a gettare le basi per un nuovo modello di gestione del rischio a tutela degli agricoltori".

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Soldi con i quali, da quanto è dato sapere, il coefficiente di copertura pubblica delle polizze incentivate dovrebbe risalire al 50% per il 2022, grazie a 130 milioni, mentre sono ancora incerti i calcoli per il 2023, sui quali il Ministero ha appostato altri 100 milioni: numeri comunque ancora lontani dal massimale del 75% di copertura, consentito dalle norme vigenti.

 

"L'effetto combinato delle prime misure che stiamo mettendo in campo con il nuovo Piano di Gestione del Rischio in Agricoltura - ha aggiunto il ministro - consentirà di garantire una più efficace e trasparente gestione delle risorse pubbliche, di promuovere coperture sempre più aderenti alle esigenze del settore e di ridurre i prezzi delle polizze per gli agricoltori".

 

Va detto che in una nota del Masaf di qualche giorno fa, che dava conto di un incontro tra il ministro Lollobrigida e i vertici dell'Ania, l'Associazione degli Assicuratori, si era anche prefigurato un nuovo strumento di intervento da utilizzare sin dalla campagna assicurativa 2024: "una polizza base catastrofale per tutti gli agricoltori che opererà in sinergia con il Fondo AgriCat e sarà sostenuta attraverso il Fondo di Riassicurazione gestito dall'Ismea".

 

"Per ora solo una proposta del Ministero - ha spiegato a margine del convegno il professor Fabian Capitanio, dell'Università degli Studi Federico II di Napoli - poiché la Commissione Politiche Agricole della Conferenza Stato Regioni ha già indicato una terna di esperti per affiancare gli uffici competenti Masaf nella elaborazione delle scelte per riformare il sistema e comunque con novità operative a partire dalla campagna assicurativa 2025".

 

La proposta di riforma nazionale e l'intesa con il ministro

Sul piatto l'assessore Caputo, dopo intensi contatti con i presidenti di tutte le regioni del Sud, ha rilanciato la sua proposta: "Oggi abbiamo posto le basi - ha sottolineato l'assessore campano - del sistema misto regioni Stato che superi il fallimento della misura nazionale. Una revisione fondamentale per diminuire il divario intollerabile, dal punto di vista geografico e colturale, di accesso alle polizze agevolate, prevedendo un ruolo attivo e autorizzativo da parte delle regioni".

 

Questo perché le regioni del Sud, pur avendo il 50% del budget degli strumenti della gestione del rischio, non ne hanno avuto fino ad oggi in realtà alcun governo e resta questa la proposta campana per una riforma nazionale del sistema nel medio termine e operativa dal 2025: imporre una serie di vincoli alle compagnie per marcare una maggiore presenza al Sud, a cominciare dall'obbligo di inserire una quota di coltivazioni assicurate nel budget come il grano e altri seminativi tipici delle regioni mediterranee.

 

Su tanto il ministro Lollobrigida ha lanciato un chiaro segnale di via libera: "Insieme con le regioni e le associazioni di categoria stiamo rivedendo il sistema affinché ci sia una copertura assicurativa che garantisca meglio, e soprattutto in numero maggiore, gli agricoltori". Il tutto prevedendo, secondo il ministro: "un modello perequativo e guarderemo al rispetto delle diverse esigenze delle regioni".

 

Un nuovo approccio gradito a Daniele Caceffo, head of Agriculture - Generali Italia, principale player nel mercato assicurativo agricolo italiano, proprio perché necessario ad uscire da una situazione di fallimento del mercato assicurativo. Come azione di sostegno a medio e breve termine si è colta anche la disponibilità di Ismea - manifestata dalla direttrice generale Maria Chiara Zaganelli - di intervenire con il fondo di garanzia e riassicurazione su progetti pilota già dal 2024.

 

La riforma Pac post 2027

Ma Caputo ha anche sottolineato come sia necessario "un nuovo approccio europeo della gestione dei rischi" perché "in un momento così complicato a causa della frequenza delle catastrofi naturali, è impensabile pensare ad un fondo catastrofale che funga solo da contenitore. È necessario ideare un fondo che cartolarizzi i rischi catastrofali per garantire leva finanziaria alle risorse disponibili, emettendo Cat bond". È questo un pezzo di riforma della Pac post 2027 già proposto dall'assessore campano e approvato dalla Plenaria del Comitato Europeo delle regioni sotto forma di parere.

 

Una riforma dove tutti guadagnano

Ma cosa guadagnerebbero da un adeguato utilizzo di tutti gli strumenti della gestione del rischio le aziende agricole del Sud Italia? Domanda alla quale ha risposto una simulazione contenuta nella relazione del professor Capitanio: in una regione come la Campania, se gli strumenti di gestione del rischio fossero stati correttamente implementati, negli ultimi 20 anni sarebbero giunti non meno di 4 miliardi di euro di indennizzi per danni a colture, almeno un miliardo di compensazioni per la stabilizzazione del reddito sulle crisi di mercato, senza contare almeno 18 milioni di euro di maggiori investimenti delle aziende, derivanti dal maggiore accesso al credito che l'utilizzo dei fondi di mutualizzazione e degli strumenti di stabilizzazione del reddito consentono.

 

L'arco di tempo è stato scelto perché è proprio negli ultimi 20 anni che si sono registrati più di frequente eventi calamitosi quali le gelate tardive, gli eccessi pluviometrici in poche ore e le temperature sopra la media nella stagione estiva.

 

Un guadagno per il Sud che avrebbe come contrappeso il calo delle polizze in tutta Italia, grazie ad una ottimizzazione del rischio di portafoglio.