In Campania la tanto sospirata nuova Legge di Riordino della Bonifica Integrale potrebbe essere vicina all'approvazione, perché forse si vanno sciogliendo i nodi che si erano formati negli ultimi mesi nel confronto tra l'Amministrazione Regionale, in particolare l'assessore all'Agricoltura Nicola Caputo e l'Associazione Regionale dell'Anbi, presieduta da Vito Busillo, vicepresidente nazionale dell'Organizzazione e presidente del Consorzio di Bonifica in Destra del Fiume Sele. Oggetto del contendere: a chi affidare la manutenzione del reticolo idrografico minore non classificato nelle opere gestite dai Consorzi.

 

Nei mesi scorsi si era registrato un irrigidimento delle posizioni tra Regione Campania, convinta che - anche a legislazione vigente - tali corsi d'acqua dovessero comunque passare alla gestione dei consorzi, e Anbi, che ha inteso respingere tale richiesta, perché non sorretta dall'adeguato trasferimento di fondi provenienti della fiscalità generale verso i consorzi, che altrimenti si sarebbero trovati a dover aumentare i contributi consortili di bonifica.

 

L'incontro di Carditello

L'impressione che la matassa si stia sbrogliando la si ricava rileggendo in controluce i fatti dello scorso  19 maggio nella Reggia di Carditello, dove si è tenuto il convegno inaugurale della Settimana della Bonifica 2023, organizzato dal Consorzio Generale di Bonifica del Basso Volturno.

 

Caputo: più risorse per i consorzi

Durante l'assise ha preso la parola l'assessore all'Agricoltura Caputo, che ha prima espresso la sua vicinanza al Consorzio di Bonifica del Volturno per le buone pratiche amministrative implementate: il commissario dell'Ente Francesco Todisco ha infatti presentato un protocollo per la legalità, tra Anbi, Consorzio di Bonifica Volturno e le prefetture di Napoli e Caserta finalizzato ad azzerare il rischio di infiltrazioni della criminalità organizzata negli appalti previsti nei prossimi mesi, pari a circa 100 milioni di euro.

 

Poi Caputo ha detto: "Prossimamente il Progetto di Legge sui consorzi di bonifica ultimerà l'esame in Commissione Consiliare Agricoltura e sarà esaminato da un comitato di tecnici". E ancora: "Stiamo studiando come apportare ulteriori risorse verso i consorzi, soprattutto per gli impianti posti a tutela del territorio".

 

Il riferimento delle risorse straordinarie da trovarsi è in doppia lettura, sia verso gli impianti idrovori che la rete colante, specie i primi, molti sono da ammodernare. E poi c'è un'apertura almeno apparente sulla richiesta nota dei consorzi: denari in cambio di una manutenzione sul reticolo idrografico minore.

 

E infine Caputo rincara la dose affermando: "Dobbiamo alzare l'asticella delle ambizioni per questi enti in direzione delle energie rinnovabili e dell'efficientamento energetico, anche con la nuova legge regionale della quale ci stiamo dotando".

 

Busillo: bisogna investire sulla manutenzione

Un segnale di disponibilità quello dell'assessore Caputo, forse non chiarissimo, ma colto dal presidente dell'Anbi Campania Busillo, che parlando dell'autogoverno e dell'autofinanziamento dei consorzi di bonifica - elementi necessari ad esprimere la sussidiarietà dei consorzi - ha espresso l'auspicio che la questione ancora aperta della cura del reticolo idrografico principale e minore nella Legge Regionale possa trovare presto una soluzione.

 

Affermazioni che alzano il livello qualitativo del confronto, perché l'Anbi Campania non si è mai tirata indietro rispetto alle richieste prospettate da Regione Campania di maggiori compiti da assegnare agli enti, ha solo sempre chiesto che qualsiasi lavoro di manutenzione svolto dai consorzi di bonifica eccedente quello ordinario - la manutenzione della rete colante e dei canali di bonifica e irrigazione e dei corsi d'acqua canalizzati - sia compensato dal pubblico erario regionale, in funzione delle necessità di calmierare i tributi di bonifica.

 

Necessario adeguamento reti di bonifica

A latere è emerso il tema dell'adeguamento strutturale delle reti di bonifica: "Oggi abbiamo la stessa rete di bonifica degli anni '60 e '70 e un problema di scarsa manutenzione sulle aste principali dei fiumi che rallenta il deflusso del reticolo idrografico minore" ha detto Busillo.

 

Il presidente di Anbi Campani ha anche fatto notare come a complicare il quadro vi siano stati "Piani regolatori cittadini troppo vecchi che hanno consentito il proliferare di costruzioni in deroga, comportando una impermeabilizzazione del territorio che ha aumentato la velocità di corrivazione delle acque e impedito al tempo stesso alle falde di ricaricarsi".

 

Per il presidente Busillo infine "occorre adeguare le reti alla realtà mutata e dove possibile intervenire con azioni sul terreno per aumentare la resilienza dei territori, applicando il principio dell'invarianza idraulica, riducendo la velocità di corrivazione delle acque ed aumentando la capacità dei terreni di assorbire l'acqua e ricaricare le falde".