Il cibo come prima ricchezza dell'Italia, con una filiera che determina un valore di 580 miliardi di euro nel 2022, nonostante la pandemia, l'inflazione e la crisi energetica scatenata dalla guerra in Ucraina. La Coldiretti porta una nota positiva al Forum Internazionale dell'Agricoltura e dell'Alimentazione organizzato a Villa Miani a Roma, a cui ha partecipato il ministro dell'Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste Francesco Lollobrigida.
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Ma l'Associazione subito mette in guardia dalle minacce che corre il made in Italy, come gli alimenti prodotti in laboratorio, l'introduzione sulle tavole di abitudini definite "folli" (tipo servire insetti) e l'arrivo del Nutriscore (cioè l'etichetta con il semaforo). A tutti e tre la Coldiretti dice in modo netto un secco "no".
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E sui temi raccoglie il sostegno del ministro Lollobrigida, che per sostenere la "sovranità alimentare" pensa a delle risorse strategiche da mettere in campo, così come pensa alla tutela delle eccellenze italiane inserendo delle "bandierine" sui nostri prodotti. Si tratta - riflette Lollobrigida - di una ricetta più ampia che prevede il sostegno alle produzioni, il rispetto dei diritti dei lavoratori, un'economia agricola sostenibile, e un'offerta di qualità ai cittadini. Metafora o meno che sia, secondo Francesco Lollobrigida la bandierina deve "dare la garanzia di una filiera certa e sicura. Vogliamo che siano tutti informati. Raccogliamo la sfida e impegniamo il Governo a tutti i livelli per dare all'Italia la massima competitività".
L'inflazione
Il peso dei rincari intanto si abbatte anche sull'alimentazione post spesa, quella della preparazione in cucina: la metà degli italiani ha deciso di tagliare l'uso del forno elettrico, mentre il 35% ha ridotto i fornelli a gas per contenere i consumi energetici e abbassare le bollette. Mentre per via del caro prezzi il 52% degli italiani ha diminuito il cibo a tavola, sia in termini di quantità che di qualità.
Cibo in provetta
Sul fronte "prodotti in laboratorio" prosegue la battaglia della Coldiretti che ha lanciato una raccolta firme (già a oltre 200mila) per chiedere una legge che vieti gli alimenti sintetici. Proposta che è stata sottoscritta anche dalla premier Giorgia Meloni. Quindi - rileva la Coldiretti - niente "carne prodotta in laboratorio, latte 'senza mucche', pesce senza mare, lago e fiume"; anche perché - in base ai dati del Censis - l'opposizione degli italiani è "forte" e evidente: l'84% si dichiara contrario all'idea di cibi prodotti in laboratorio.
Secondo il presidente della Coldiretti Ettore Prandini "le bugie sul cibo in provetta confermano che c'è una precisa strategia delle multinazionali che con abili operazioni di marketing puntano a modificare stili alimentari naturali fondati sulla qualità e la tradizione. Siamo pronti a dare battaglia poiché quello del cibo Frankenstein è un futuro da cui non ci faremo mangiare".
Sulla questione Lollobrigida ha anche annunciato la partenza di una ricerca ad hoc: il Consiglio di Amministrazione del Crea, il Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l'Analisi dell'Economia Agraria, ha infatti approvato un investimento che dà il via libera a uno studio per capire quali sarebbero gli effetti sulla salute degli alimenti prodotti in laboratorio.
Mentre sembra venir meno la preoccupazione che si era aperta sul fronte europeo, dopo le parole del vicepresidente della Commissione Ue Frans Timmermans che ha negato che ci siano progetti del genere facendo presente che il cibo in provetta né è stato promosso né si ha intenzione di farlo.
Nutriscore
Intanto arrivano buone notizie sul Nutriscore. La Commissione Europea ha infatti tolto dall'agenda Ue la proposta legislativa sull'etichettatura degli alimenti, incluso l'etichetta con il semaforo che secondo la Coldiretti tanto danneggerebbe i nostri alimenti. L'europarlamentare Paolo De Castro racconta come si tratti di fatto di un rinvio al 2024 per la scadenza dell'attuale Legislatura a fine 2023 e le elezioni l'anno dopo: "Avremo più tempo per convincere che il Nutriscore non va bene".
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Il made in Italy
Il made in Italy - osserva la Coldiretti - vale oggi quasi un quarto del Pil nazionale e impegna 4 milioni di lavoratori in 740mila aziende agricole, 70mila industrie alimentari, oltre 330mila realtà della ristorazione e 230mila punti vendita al dettaglio.
I tesori del made in Italy sono 5.450 che rientrano tra le specialità tradizionali (portate avanti per almeno 25 anni) del nostro Paese. Si tratta - spiega la Coldiretti - di "una mappa dei sapori, della tradizione e della cultura della tavola made in Italy che per quanto le tipologie vede nei primi tre posti del podio la squadra di pane, paste e dolci (1.616), quella di frutta, verdura e ortaggi (1.577) e il gruppo delle specialità a base di carne (822), seguiti dai formaggi (524) e dai prodotti della gastronomia (320), ma non mancano bevande analcoliche, distillati, liquori e birre, i mieli, i prodotti della pesca e i condimenti dagli oli al burro, in un viaggio del gusto che tocca anche gli angoli più nascosti del Paese".