Lo stato di emergenza per la siccità è rinviato: è quanto affermato ieri, 22 giugno 2022, dai vertici della Protezione Civile Nazionale, per giustificare quanto dichiarato appena il 21 giugno scorso dai ministri competenti; serve tempo per capire quali misure adottare. Intanto, il ministro alle Politiche Agricole, Stefano Patuanelli, ha spiegato ieri a deputati e senatori quale sarà la linea di condotta da adottare, una volta dichiarato lo stato di emergenza per indennizzare gli agricoltori: uno stato di calamità naturale per risarcire anche i danni a colture e poi un percorso verso le polizze assicurative agricole obbligatorie. Nel frattempo il Governo studia anche un Piano Acqua da un miliardo di euro.
Protezione Civile: "Serve tempo"
"Ricordiamoci che lo stato di emergenza serve a fare delle cose. Si sta lavorando per definire quali sono le attività che seguono allo stato di emergenza che non è un'idea ma consiste in una serie di azioni che vanno fatte. Insieme alla dichiarazione vanno verificate le azioni, ci stiamo lavorando" ha detto ieri il capo della Protezione Civile, Fabrizio Curcio, al termine dell'incontro con la Conferenza delle Regioni sull'emergenza siccità.
"Non c'è dubbio che ci sia una criticità importante dovuta al fatto che non piove da settimane, i fiumi sono in grossa dismissione, il cuneo salino nel Po arriva addirittura a decine di chilometri. La situazione ha una sua complessità. Le tendenze non sono positive quindi per le prossime settimane: non ci attendiamo una inversione di tendenza dal punto di vista meteorologico. Ci attendono ancora periodi di siccità", ha detto ancora Curcio.
Ma cosa occorrerà fare per l'agricoltura? Se da Coldiretti arriva l'avviso che i danni ad oggi nelle campagne delle regioni del Nord hanno già raggiunto i 3 miliardi di euro, le regioni fremono per avere con lo stato di emergenza un quadro giuridico chiaro - in questi termini si è espresso il governatore della Regione Veneto, Luca Zaia, per agire in sicurezza e senza possibili ricorsi amministrativi. La risposta all'interrogativo l'ha data ieri, 22 giugno 2022, il ministro alle Politiche Agricole Stefano Patuanelli ai parlamentari di Camera dei Deputati e Senato della Repubblica, che lo avevano convocato per una audizione informale sullo stato di attuazione della nuova Pac.
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Patuanelli, stato di emergenza e stato di calamità
Il ministro, nell'esordire ricordando le cause alla base della situazione attuale, sugli interventi da prendersi a breve ha sostenuto "C'è una diversificazione di competenze tra tre ministeri (Politiche Agricole, Transizione Ecologica e Infrastrutture) che non agevola il coordinamento degli interventi necessari a garantire che anche in momenti di siccità ci sia una tenuta del sistema idrico nazionale".
Il ministro, dopo aver ricordato la scala di priorità nell'uso dell'acqua secondo gli usi, sancita dal Testo Unico sull'Ambiente - civili, agricoli e industriali - ha detto la sua sullo stato di emergenza.
"Lo stato di emergenza è una cosa, lo stato di calamità è un'altra. Io credo che le due cose dovranno viaggiare assieme perché c'è necessità di garantire con lo stato di emergenza l'azione coordinata della Protezione Civile nelle regioni portando l'acqua là dove serve, anche per l'abbeveraggio del bestiame che è certamente elemento fondamentale per la salute e il benessere degli animali in questa fase".
E poi ha aggiunto "In più c'è la possibilità di intervenire, e oggi le regioni possono farlo, con la razionalizzazione, mentre con lo stato di calamità ci consente di superare i vincoli e i limiti della 102".
In pratica, la dichiarazione dello stato di emergenza diventerebbe la pezza di appoggio per risarcire i danni a coltura sulla base dell'evento straordinario, danni normalmente non più risarcibili in caso di declaratoria di stato di calamità si sensi del Decreto Legislativo 102/2004 perché assicurabili.
Sul sistema delle assicurazioni Patuanelli ha poi detto: "Serve un percorso scandito nel tempo in modo intelligente di avvicinamento all'obbligo assicurativo, perché è l'unico elemento per garantire un prodotto assicurativo che funzioni e una capacità di intervento del mondo delle assicurazioni superiore alla capacità di intervento che lo Stato ha nel risarcire i danni".
Infine Patuanelli ha detto: "Le regioni stanno provvedendo alla richiesta dello stato di emergenza che deve essere motivato e individuare il range di danno per la singola regione".
L'azione del ministro sul tema siccità
Ieri - 22 giugno 2022 - Patuanelli ha convocato una riunione col Mite e con la Protezione Civile per fare il punto della situazione rispetto ai temi dell'agricoltura. A tal fine, lunedì pomeriggio si era svolta a Palazzo Chigi una riunione tecnica, presieduta dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Roberto Garofoli, tra le amministrazioni interessate a contrastare l'emergenza in atto - presidenza del Consiglio, Protezione Civile, Mipaaf, Mite, Ministero per gli Affari Regionali, Ministero della Mobilità Sostenibile, Ministero Economia e Finanze - per la valutazione dello stato di emergenza.
Un Piano Acqua da 1.000 milioni di euro
Il Governo sta lavorando a un Piano Acqua insieme alle regioni. Lo ha annunciato il 21 giugno scorso la ministra per il Sud e la Coesione Territoriale, Mara Carfagna. "L'emergenza idrica non ci coglie impreparati: sono sei mesi che lavoriamo, con tutte le regioni e diversi ministeri, a un Piano Acqua che sostenga l'intera filiera, dagli invasi agli acquedotti alle utenze finali", ha detto Carfagna. "Il Piano sarà gestito con un Contratto Istituzionale di Sviluppo sul quale abbiamo avuto già positivi riscontri dagli enti territoriali: l'investimento iniziale previsto è consistente, un miliardo a valere sul ciclo 2021-2027 del Fondo Sviluppo e Coesione, ma potrebbe essere incrementato ancora". Si tratta del Cis Acqua, che potrebbe essere formalmente avviato nel mese di luglio dopo un lavoro preparatorio svolto negli ultimi sei mesi.
"Ho voluto con forza focalizzare sugli interventi idrici il primo programma di solidarietà europea dopo la pandemia, il React Eu - ha sottolineato la ministra -. E pochi giorni fa, con la definizione della graduatoria dei progetti, è partito un intervento di ammodernamento e ristrutturazione delle reti idriche della Campania, Puglia, Sicilia e Basilicata per 482 milioni. Ma il problema degli invasi o degli acquedotti-colabrodo non è solo meridionale: anche per questo abbiamo cominciato a istruire un Cis Acqua di portata nazionale, che restituirà a centinaia di migliaia di cittadini, agricoltori e imprese la certezza sull'erogazione anche in periodi di siccità come questo".