Per "evitare tensioni sociali nel mondo agricolo della provincia di Taranto - scrivono Cia e Confagricoltura - e garantire la corretta erogazione di acqua, le organizzazioni chiedono un intervento delle autorità sul commissario del Consorzio unico di Basilicata, l'avvocato Giuseppe Musacchio e il geometra Francesco Potenza, che gestiscono l'acqua della diga di San Giuliano in Basilicata".
E tale richiesta - seguita alle sollecitazioni giunte qualche giorno fa da Coldiretti Puglia - ha tutto il sapore di una vera e propria ultima chiamata per l'Autorità di governo delle acque apulo lucana, che dovrà al più presto intervenire per dirimere l'ormai nota questione, ed evitare lo smacco di essere bypassata dal Governo.
"Chiediamo un intervento autorevole urgente per garantire la corretta erogazione di acqua dalla diga di San Giuliano verso la Puglia. Sono diverse settimane che in più occasioni - si legge nella nota inviata ai prefetti e ai presidenti delle regioni interessate - abbiamo segnalato irregolarità nella erogazione di acqua dalla diga di San Giuliano verso la Puglia. A fronte di un quantitativo di acqua richiesto dal Consorzio di Stornara e Tara di Taranto di circa mille litri al secondo, l'erogazione nelle diverse ore della giornata spesso scende fino a 500 litri al secondo".
Nella nota si sottolinea come "Tale improvvisa riduzione causa difficoltà nella gestione irrigua in provincia di Taranto, poiché il canale adduttore lungo 35 km da San Marco di Bernalda (Matera) a Palagianello (Taranto) si abbassa di livello e in alcuni comizi irrigui l'acqua non riesce ad arrivare".
"Peraltro - è scritto ancora nella lettera - non si comprendono le ragioni della riduzione di portata, atteso che al momento sono presenti in diga circa 26 milioni di metri cubi, sufficienti a garantire la portata di mille litri al secondo per la Puglia e altrettanti per la Basilicata".
La diga di San Giuliano sul fiume Bradano è stata costruita negli anni '50 del secolo scorso, finanziata dal Piano Marshall e completata nel 1958 per irrigare una superficie di circa 20mila ettari, metà in Basilicata e l'altra metà in Puglia. In Basilicata la stagione irrigua inizia nei primi mesi dell'anno in Puglia nel mese di maggio e questa situazione di fatto determina un maggiore utilizzo di acqua in Basilicata rispetto alla Puglia.
La governance dell'acqua di San Giuliano
L'opera, la cui gestione tecnica è dell'Ente per l'irrigazione della Puglia Lucania e Irpina, è governata ai fini irrigui dal Consorzio di bonifica unico della Basilicata, e deve veicolare acqua verso la provincia di Taranto, dove il servizio irriguo è gestito dal Consorzio di bonifica di Stornara e Tara, attualmente in fase di liquidazione e che confluirà nel Consorzio di bonifica del Centro Sud Puglia. Su tutto, l'acqua è cogestita dall'Autorità di governo apulo lucana, composta dai presidenti delle Regioni Basilicata e Puglia e dal ministero per le Infrastrutture mediante un Accordo di programma.Le organizzazioni, gestione tutta lucana e non trasparente
Per le associazioni di categoria pugliesi invece nei fatti "la gestione della diga è a totale trazione lucana e la questione più sconcertante è la mancanza di trasparenza nel fornire i dati relativi all'erogazione tramite i misuratori, uno di questi, il venturimetro, è chiuso con un lucchetto inaccessibile al Consorzio di bonifica Stornara e Tara. Altri misuratori presenti fino alla scorsa settimana sono attualmente scomparsi o forse chiusi per renderli inaccessibili agli operatori del Consorzio Stornara e Tara di Taranto. Nei vari sopralluoghi - ricordano i rappresentanti delle associazioni - abbiamo anche appurato che l'acqua tra la Puglia e la Basilicata viene suddivisa utilizzando vecchie lamiere di scaffalature metalliche da ufficio alzate ed abbassate con fili di nylon, che possono essere manomesse da chiunque".Fin qui il pesante atto di accusa delle organizzazioni agricole, mentre tacciono i presidenti delle regioni, i principali attori istituzionalmente chiamati a dirimere la questione, insieme al ministero per le Infrastrutture.