Sostenibilità condivisa, blockchain a portata di agricoltore, sicurezza alimentare e agricoltura di precisione per la qualità dei prodotti e del lavoro.
Sono state queste le sfide lanciate per il sistema agroalimentare italiano del futuro in occasione di Agrifood Next, l'evento che si è tenuto gli scorsi 15 e 16 novembre a Siena.

"Sulla base del successo dell'iniziativa, il comitato tecnico-scientifico di Agrifood Next ha deciso di predisporre un piano di azioni a supporto dell'innovazione nelle piccole e medie imprese agrifood - dichiarano Angelo Riccaboni, presidente della Fondazione Prima, e Mauro Rosati, direttore generale Fondazione Qualivita - Questa è la community che nasce per l'innovazione e la sostenibilità dell'agricoltura italiana di qualità. Una piattaforma aperta per il mondo della ricerca, le aziende, le organizzazioni, i consorzi di tutela, le scuole e le università, che vuole diventare sia luogo della riflessione che di confronto, ma soprattutto luogo di proposta. La partecipazione all'iniziativa, ben al di sopra delle aspettative, non solo per numero ma soprattutto per la qualità degli interventi, ha mostrato come ci sia sempre più bisogno di condivisione delle esperienze e delle conoscenze, per portare avanti cambiamenti e vincere sfide epocali come quelle ambientali".
 
Riccaboni, De Castro e Rosati
Da sinistra: Rosati, De Castro e Riccaboni


Un format, sette tavoli di lavori

Vincente la scelta del format dell'iniziativa che ha reso tutti protagonisti di ogni fase dell'evento.
La presentazione e il confronto sulle storie che si sono svolti nella mattina di venerdì sono state l'argomento dei tavoli di lavoro che hanno visto la partecipazione attiva e diretta di un gran numero di esperti, giovani, ricercatori, innovatori, docenti.

Agricoltura di precisione
Servono incentivi istituzionali per giovani imprenditori e ricercatori a supporto dell'innovazione, è necessario diffondere il modello delle Demofarms, infrastrutture tecnologiche condivise, ma soprattutto è necessario un maggior dialogo.

Territorio e indicazioni geografiche
Il prodotto tradizionale deve rispondere alle nuove esigenze dei consumi anche sul fronte salutista, c'è bisogno di innovazioni gestionali per le singole imprese e per i consorzi di tutela, la burocrazia deve supportare e velocizzare risposte e processi, è soprattutto necessario colmare i vuoti di conoscenza fra produttori e operatori del territorio come ad esempio i ristoratori. È necessario accrescere la conoscenza delle Ig verso i consumatori più giovani e serve formazione nelle scuole.

Formazione
Emerge la necessità di conoscere i bisogni delle imprese con particolare riferimento all'innovazione, favorire approcci di processo e non di prodotto, conoscere e anticipare i bisogni del mercato per costruire i profili professionali adeguati, introducendo un modello di formazione partecipativo. Affinché sia possibile una vera rivoluzione digitale e tecnologica l'essere umano deve tenere il passo con il cambiamento altrimenti ne sarà travolto e sconfitto.

Filiere
Serve migliorare la redditività della filiera, ci sono difficoltà a fare sistema, la dimostrazione è il saldo negativo che l'Italia ha con Bruxelles. E' necessario migliorare l'accesso a strumenti innovativi, aumentare la circolarità, valorizzando l'equilibrio fra i tre pilastri della sostenibilità: ambientale, etico/sociale ed economica.

Digitale, blockchain e big data
C'è necessità di una regolamentazione per la blockchain e la proprietà dei dati e c'è bisogno di garantire la qualità e validazione del dato. Occorre maggiore chiarezza rispetto agli obiettivi della blockchain. C'è attualmente grande sperimentazione sul tema ma anche tanta incertezza. Serve maggiore condivisione di progetti fra stakeholder e l'integrazione fra dati pubblici e privati per la filiera agroalimentare.

Agribusiness
Dal tavolo di lavoro è emersa la difficoltà di accesso ai finanziamenti e all'interazione con gli enti di ricerca. Servono nuove soluzioni innovative per il packaging come veicolatore di informazioni sul prodotto. Bisogna superare l'approccio tradizionale da parte degli intermediari finanziari, serve personale specializzato che abbini sviluppo e uso di innovazioni con pratiche produttive tradizionali e routinarie.

Benessere e sostenibilità
C'è troppa disinformazione su ciò che fa realmente bene alla salute e all'agroalimentare, preoccupa la perdita del rapporto con il cibo che è diventato una commodity, c'è un'eccessiva concentrazione della Gdo, mancano figure adeguate per una formazione efficace e in linea con i principi di sostenibilità. Inesistenza di un modello di dieta salvifica e conseguente adozione di diete variegate, squilibrate e dannose. Obiettivo è la rinascita dei territori rurali e la connessione con i centri urbani che può riqualificarli come luoghi dove produrre in maniera sostenibile.

Le storie presentate verranno raccolte nella piattaforma digitale Prima observatory on innovation, che raccoglie buone pratiche e casi innovativi del settore.


Verso Expo 2020 Dubai

La community degli innovatori agrifood sarà inoltre protagonista a Dubai.

"La prima Expo nel mondo arabo sul tema sostenibilità e necessità idriche sarà vetrina di eccellenza per l'agrifood italiano - ha affermato Paolo Glisenti, commissario generale per l'Italia Expo 2020 Dubai - C'è grande aspettativa da parte degli altri paesi che vedono l'Italia leader del settore. Gli oltre 30 casi proposti a Siena sono un esempio dell'Italia che sarà presentata a Dubai".