L'allarme lo ha lanciato il presidente della sezione prodotto tabacco di Confagricoltura Toscana, Alessandro Neri che ha sottolineato la difficoltà in cui si trovano le 400 aziende del settore, che negli ultimi 3 anni si è già ridotto del 10% a causa dei costi di adeguamento sempre più alti e del prezzo del tabacco che è rimasto fermo da 10 anni a questa parte.
Un settore che vede impiegate oltre 2mila persone tra dipendenti e indotto, con una filiera caratterizzata da lavorazioni complesse e da una tracciabilità dal seme al prodotto finito. Una filiera tra l'altro che sostiene una produzione di eccellenza come il sigaro toscano.
Come ha ricordato Neri, i tabacchicoltori toscani stanno producendo sotto costo da troppo tempo sia sul tabacco Bright che sul Kentucky. Per la prima varietà infatti è necessario un investimento di circa 9mila euro a ettaro con un ricavo inferiore a 8mila euro.
Per il Kentucky, la varietà usata per il sigaro toscano a tracciabilità totale, l'investimento è di circa 13mila euro a ettaro per riprenderne circa 9mila.
Così le aziende che hanno investito nel settore non vedono un riscontro economico, con un prezzo di vendita di 270 euro al quintale, quando dovrebbe essere almeno di 320 euro per non andare in perdita.
Una situazione che, come ha ricordato Neri, costringe le aziende a forti esposizioni con le banche. Alcune aziende storiche vorrebbero cessare l'attività ma non possono farlo finché non si chiude il Psr 2010, perché hanno vinto bandi pubblici che devono rispettare.
Inoltre nel 2020 con la nuova Pac, si prevede una riduzione del 70% del premio comunitario a ettaro che ha permesso di sostenere le produzioni.
In questo scenario, senza nemmeno più i contributi comunitari, non sarà più possibile produrre tabacco in Toscana, ha concluso il presidente, che chiede anche un maggiore impegno da parte della regione.
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Fonte: Confagricoltura Toscana