Non solo, da quanto emerge in questi ultimi giorni, sembrerebbe proprio che ad essere parte integrante del contratto di filiera firmato il 28 giugno 2018 a Roma, a Palazzo Rospigliosi, tra i vertici di Coldiretti, Unaprol, Federolio e Filiera agricola italiana sia proprio lui: il blend di oli italiani ed esteri infelicemente definito Italico. E ci sono ben due elementi che vanno in questa direzione.
Il primo è un comunicato stampa di Federolio del 3 luglio 2018, in polemica con Assitol, che non solo lascia capire che l'olio Italico esiste ed è parte dell'accordo, ma sostiene che primo autore della definizione Italico è proprio Assitol, associazione che non è parte dell'accordo di filiera però, che ne avrebbe propugnato invece, secondo Federolio, una ben più bassa percentuale di olio extravergine di oliva italiano: il 30%.
Il secondo elemento è dato da una registrazione audio diffusa ieri, 9 luglio 2018 sui social network dal Consorzio nazionale degli olivicoltori. La voce che si ascolta è quella di Vincenzo Gesmundo, direttore generale di Coldiretti, che parla il 28 giugno scorso a Palazzo Rospigliosi in occasione del convegno che lancia il progetto del contratto di filiera sull'olio: non lo chiama Italico, ma definisce come olio oggetto dell'accodo di filiera un blend contenente "almeno il 50% di olio di oliva extravergine italiano" considerato come "il massimo dell'italianità" per le imprese olivicole e olearie italiane. Un olio "patriottico" perché si deve prendere atto che "siamo importatori netti in tutte le filiere".
Federolio, l'Italico esiste ed è invenzione Assitol
Il 3 luglio 2018 Federolio risponde ad Assitol, stupita dal fatto che l'accordo con Coldiretti premi l'olio italico, blend al 50% di olio italiano. E conferma, l'Italico esiste, ed è oggetto dell'accordo."Federolio rimane altrettanto stupita da queste dichiarazioni - si legge nella nota - considerato che non più tardi del mese di febbraio proprio Anna Cane, presidente del Gruppo olio d'oliva Assitol, esprime in un articolo pubblicato sul quotidiano Italia Oggi un identico concetto pro Italico: 'Un olio italiano, frutto di blend con una percentuale minima di olio italiano (es. 30%)' per il quale Anna Cane - riporta il quotidiano - vorrebbe l'approvazione di un claim ad hoc".
"Premesso che il nome Italico è stato usato proprio da Assitol e si è imposto nella sintesi giornalistica, stupisce apprendere della presa di posizione di Assitol contro questo accordo, considerato che Federolio e Unaprol hanno parlato di ben un 50% di olio italiano garantito nelle confezioni di questo blend mentre Assitol si era fermata al 30%" continua la nota della federazione dei commercianti e confezionatori di olio.
Federolio, gli oli esteri dell'Italico saranno prodotti di eccellenza
Inoltre Federolio, con chiaro riferimento all'Italico, ovvero al blend oggetto del contratto di filiera, scrive: "Rispetto a quello che è stato definito Italico, Federolio tiene poi a precisare che questo prodotto, oltre a contenere il 50% di prodotto nazionale, avrà una componente di olio non italiano che dovrà comunque rispondere a verificabili requisiti di eccellenza; inoltre esso sarà assoggettato a controlli effettivi e severi, per cui sarà qualcosa di profondamente diverso e distinto rispetto agli attuali blend, a tutela anche del consumatore".Federolio, c'è anche il 100% italiano
Infine, la nota Federolio chiarisce un altro aspetto: gli oli oggetto dell'accordo sono due, anche se non è molto chiara su cosa finirà in bottiglia e nelle mani del consumatore. "Spiace infine constatare come strumentalmente non si sia spesa nemmeno una parola invece su quello che è stato il messaggio centrale della convention Federolio del 28 giugno - dove Assitol era tra l'altro presente - che è stato quello di valorizzare al meglio l'olio 100% italiano, prevedendo da parte delle aziende aderenti a Federolio premialità importanti sul prezzo di base, che sono quelle previste dall'accordo, e facendo sistema con il mondo della produzione per rilanciare l'olivicoltura italiana sia da un punto di vista quantitativo che qualitativo".Vincenzo Gesmundo: "Un blend al 50%, il massimo dell'italianità"
Ecco invece la trascrizione dei passi salienti del discorso tenuto da Gesmundo il 28 giugno 2018 a Palazzo Rospigliosi durante la presentazione del contratto di filiera per l'olio. Gesmundo descrive "come si considererà il patriottismo delle imprese olivicole e dell'industria olearia". Ovvero saranno patriottiche "quelle che tenderanno in brevissimo tempo ad arrivare a blend che contenga almeno il 50% di olio italiano, ma siccome questo fa parte integrante..., (pausa, brusio non udibile in sala) perché dico 50%? Perché non è che veniamo dal mondo della luna, noi siamo importatori netti in tutte le filiere, e chiediamo questo, nient'altro che questo, stare insieme in questo tipo di accordo, perché può consentire ad una filiera come quella dell'olio di potersi in qualche modo rappresentare con il massimo dell'italianità".Gesmundo a questo punto dichiara: "Per me il massimo del made in Italy, di una qualsiasi industria qui rappresentata, è che possa dimostrare che all'interno dei suoi blend c'è almeno il 50% di olio di oliva extravergine italiano".
E a tutti quelli che si ostinano a produrre olio extravergine di oliva da sole olive coltivate e molite in Italia? Gesmundo ha una parola anche per loro: "Gli daremo la palma sulla biga lungo la via che porta verso Roma", ironizza.
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