Su proposta del presidente Paolo Gentiloni in qualità di ministro delle Politiche agricole, il Consiglio dei ministri ha approvato in esame definitivo un decreto che introduce norme in materia di riorganizzazione delle competenze nel sistema di erogazione degli aiuti comunitari cui sono preposti Agea e il sistema degli Organismi pagatori riconosciuti.

Il decreto è in attuazione dell'articolo 15 della legge 28 luglio 2016 n.154 inerente la semplificazione, la razionalizzazione e la competitività dei settori agricolo e agroalimentare, e in linea con la nuova Politica agricola comune 2014-2020.

Nello specifico il decreto prevede la riorganizzazione dell'Agenzia per le erogazioni in agricoltura, in modo tale da renderla maggiormente rispondente alle specifiche esigenze del settore e da assicurare il raggiungimento di diversi obiettivi.
 

Obiettivi

  • migliorare la qualità dei servizi erogati alle imprese agricole;
  • razionalizzare e contenere la spesa;
  • innalzare l'efficienza del sistema di pagamenti;
  • rivedere e ottimizzare il modello di coordinamento degli organismi pagatori a livello regionale;
  • rivedere l'attuale sistema di gestione del Sian (Sistema informativo agricolo nazionale);
  • ottimizzare l'accesso alle informazioni, mediante la realizzazione di una piattaforma informatica che permetta una più forte integrazione tra le articolazioni regionali e la struttura centrale.

Infine, il decreto mira ad assicurare in modo più strutturato e netto la separazione tra le funzioni di Organismo di coordinamento e di Organismo pagatore attribuite ad Agea.
 

La soddisfazione della Coldiretti

"Una riforma di importanza strategica per l'Italia necessaria per semplificare le procedure e velocizzare i rapporti con le imprese agricole, con Agea che è responsabile di regolamentare un flusso di oltre 4 miliardi di euro annui di interventi previsti dalla Politica agricola comune dell'Unione europea".
Così Roberto Moncalvo, presidente della Coldiretti, ha commentato l'approvazione del decreto da parte del Governo.

La riforma risponde ad esigenze di contenimento della spesa pubblica e mira ad incrementare l'efficienza dei servizi resi alle imprese agricole in un'ottica di semplificazione e trasparenza, precisa l'organizzazione. Un obiettivo prioritario per consentire alle imprese agricole italiane - conclude la Coldiretti - di ricevere pagamenti in tempi più rapidi e di competere sul mercato ad armi pari con i concorrenti degli altri paesi europei.