A trascinare le vendite il vitigno regionale più conosciuto, il Montepulciano d'Abruzzo, come è emerso anche a Vinitaly. Ma negli ultimi anni stanno riscuotendo sempre maggior successo anche altri vitigni tipici abruzzesi come il Pecorino, la Passerina, il Moscato, la Cococciola e il Montonico e il Trebbiano, come ha sottolineato la Coldiretti regionale.
E oggi la vitivinicoltura abruzzese è una realtà importante, tanto che l'Abruzzo può considerarsi tra le regioni in cui il vino ha saputo imporsi fino a diventarne l'immagine di riferimento, con una filiera che costituisce il principale comparto agricolo regionale con il 21% dell'intera Plv, una percentuale che è la più elevata incidenza tra le regioni italiane.
Un settore che vede una produzione media di circa 4, 5 milioni di quintali di uva e 3 milioni di ettolitri di vino, 70% di vini rossi e 30% di bianchi, di cui almeno un milione a denominazione di origine, per un totale di circa 18 mila aziende vitivinicole attive e sempre a più alta specializzazione su una superficie agricola complessiva di oltre 32 mila ettari.
In questo scenario positivo, tuttavia, la preoccupazione dell'associazione di categoria è per gli accordi internazionali siglati o in via di definizione dall'Unione europea, dal Ceta con il Canada a quello con il Giappone, fino al Mercosur con i paesi sudamericani, dove sono centinaia le Doc italiane che potrebbero rimanere senza tutele.
Ma nello stesso tempo, per garantire un ulteriore supporto al settore, Coldiretti sta organizzando un comitato di supporto alle politiche di mercato del vino, formato da un gruppo di aziende prestigiose e rappresentative del panorama vitivinicolo nazionale e coordinato dall'enologo Riccardo Cotarella, con la supervisione scientifica del professore Attilio Scienza, dell'Università di Milano e del direttore generale di Ismea Raffaele Borriello, e che per l'Abruzzo vede la partecipazione della azienda Pasetti, celebre cantina abruzzese con i suoi vigneti sotto il Gran Sasso.
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Fonte: Coldiretti Abruzzo