Di questo si è parlato all'evento "Le sfide future per un'agricoltura italiana competitiva: innovazione, lavoro, territorio, benessere e qualità" promosso da Confagricoltura e tenutosi a Milano il 23 gennaio scorso.
Durante la giornata, il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti ha discusso delle principali sfide ed esigenze del comparto agricolo in Italia.
L'Italia sta diventando sempre di più un Paese che importa prodotti agricoli e materie prime che poi trasforma. E questo deve far riflettere sulla competitività della nostra agricoltura e sulla tenuta del made in Italy.
Secondo le stime del Centro studi di Confagricoltura, al boom dell'export agroalimentare (che nel periodo gennaio - novembre dell'anno scorso ha raggiunto quota 37,6 miliardi di euro) si è avuto la contestuale crescita delle importazioni (che già nei primi undici mesi dell'anno scorso hanno superato i 41 miliardi di euro).
La vera sfida è quindi quella di aumentare la produttività ma con un minore impatto sull'ambiente, un obiettivo che come afferma il presidente di Confagricoltura: "Si raggiunge accelerando sull'innovazione, sulle tecniche produttive che favoriscono l'uso mirato dei principi attivi. Solo un'agricoltura competitiva, che guarda lontano e che produce reddito, a cui si offrono più opportunità che vincoli, sarà in grado di assicurare un idoneo presidio del territorio e dell'ambiente".
In un quadro che vede i driver dell'innovazione, quali agricoltura di precisione, genetica, salute, benessere e nutraceutica, l'utilizzo razionale della chimica in agricoltura rappresenta un elemento indispensabile per vincere le sfide della competizione globale e per soddisfare non solo la domanda di cibo di una popolazione in crescita, ma anche per garantire modelli di sviluppo sostenibili.
Gli agrofarmaci costituiscono un ausilio importante per l'agricoltura e le nuove tecniche produttive, il loro uso mirato, ha prodotto rilevanti risultati anche in termini di quantitativi utilizzati e sul piano dei residui, l'Italia dimostra di essere sempre un paese all'avanguardia, anche in ambito europeo. Le innovazioni e la ricerca hanno infatti consentito di ottenere risultati concreti, con riduzione complessiva nell'utilizzo degli agrofarmaci pari circa il 15%.
Le aziende agricole per continuare a competere nel contesto globale, devono dunque investire in innovazione e poter fare affidamento sulla certezza del quadro normativo per quanto riguarda le fasi di valutazione, autorizzazione e registrazione dei prodotti.
Nel corso della giornata sono state infine evidenziati il processo di autorizzazione degli agrofarmaci ed il ruolo degli enti Europei ed italiani preposti; le procedure di autorizzazione delle molecole utilizzate in agricoltura prevedono che qualsiasi sostanza, per poter essere impiegata, debba essere sottoposta alla rigida valutazione da parte di istituzioni scientifiche deputate a questo specifico compito dalle autorità sia nazionali sia europee, a garanzia della salute dei cittadini e dell'ambiente, e secondo metodologie e criteri scientificamente validati e definiti per legge.
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Fonte: Confagricoltura