Una scelta, arrivata dopo un lungo iter amministrativo, che ha lo scopo di tutelare maggiormente i consumatori, garantendo maggiore tracciabilità e maggiori controlli più tempestivi sul prodotto.
Come ha spiegato il presidente del consorzio Giovanni Busi, si tratta della modifica della delimitazione della zona di vinificazione, invecchiamento imbottigliamento e affinamento, in quanto prima era possibile imbottigliare il nostro vino Chianti in tutto il mondo.
Ci saranno comunque delle deroghe, in quanto come previsto dalla regolamentazione dell'Unione Europea, le aziende confezionatrici ubicate fuori della Toscana che hanno già imbottigliato Chianti per almeno 2 anni negli ultimi 5 potranno continuare a farlo.
Tuttavia con questo provvedimento sarà possibile bloccare tutti i nuovi imbottigliatori con sede fuori dalla regione garantendo un maggiore controllo dell'intera filiera e dell'effettiva qualità del vino imbottigliato.
Ora, dopo l'approvazione in sede nazionale, le aziende opereranno in regime di etichettatura transitoria in attesa che il fascicolo con la modifica in argomento,abbia l'approvazione in via definitiva anche in sede comunitaria, i cui tempi, come ha detto Busi, non sono al momento quantificabili.
Tempi che il presidente si augura brevi e senza ulteriori rinvii, magari con motivazioni legate alla logica di non porre limiti alla attività imprenditoriale e della circolazione interna delle merci.
"E' un passaggio fondamentale per il futuro del vino Chianti – ha detto Busi concludendo – un passaggio che arriva in un momento in cui è sempre più necessario tutelare il consumatore attraverso un filiera controllata e garantita. Con questa modifica poniamo fine ad una discussione che si trascina da oltre quindici anni e che permetterà di difendere con maggiore forza il nostro prodotto".
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Fonte: Confagricoltura Toscana