Acquedotto del Sud, il Governo sventa il tentativo di estromettere a suon di emendamenti alla legge di Bilancio la Campania dal controllo delle sue risorse idriche. Il risultato del blitz dei ministri Claudio De Vincenti (coesione territoriale) e Anna Finocchiaro (rapporti con il Parlamento) nella notte tra il 19 ed il 20 dicembre in Commissione bilancio alla Camera dei deputati è apparso chiaro solo nella serata di ieri, quando anche il governatore della Regione Campania ha riconosciuto che la possibilità per la Campania di partecipare al nuovo ente di gestione delle risorse idriche non era più precluso.

Ora la battaglia si sposta dalle aule parlamentari, dove un ulteriore dibattito sarà reso impossibile dalla necessità di approvare il testo in via definitiva entro il 31 dicembre, al campo del Governo, che dovrà decidere statuto e piano strategico della nuova società dell’Acquedotto del Sud, che prenderà il posto del decotto Ente per lo sviluppo dell’irrigazione in Lucania, Puglia ed Irpinia. E’ prevedibile che la guerra dell’acqua tra Puglia e Campania continui ancora, anche se con i contendenti in una condizione di parità.
 

Gli effetti potenziali dell'emendamento Ginefra

Con un emendamento molto articolato al comma 508 dell’articolo 1 della legge di Bilancio, primo firmatario il deputato pugliese Dario Ginefra, se da un lato prorogava le concessioni di Acquedotto Pugliese in scadenza nel 2018 di 5 anni, dall’altro trasformava il nuovo Acquedotto del Sud in una vera e propria riserva di caccia per la Puglia: tutte le regioni erano sì invitate a parteciparvi, ma in ragione delle quote societarie possedute in Acquedotto Pugliese. Cosa che avrebbe reso la Puglia mediante Aqp azionista di riferimento in seno ad Acquedotto Pugliese, quest’ultimo con in dote le concessioni idriche prorogate, tra cui quella di Caposele, che aveva fatto gridare allo scandalo il governatore campano e prefigurava lo scenario descritto ieri da AgroNotizie
 

L'azione del Governo sull'emendamento

Il Governo è riuscito a limitare la proroga concessa ad Aqp a tre anni, che basteranno all’ente a scansare lo scadere dei contratti di servizio con i comuni pugliesi e ad evitare il caos gestionale, e a riportare il testo a quanto già stabilito al Senato: all’Acquedotto del Sud possono partecipare le Regioni Basilicata, Campania, Puglia, che saranno rappresentate, nell'atto costitutivo, in relazione alla disponibilità delle risorse idriche conferite al sistema e tenendo conto della presenza sul territorio regionale delle infrastrutture di captazione e grande adduzione. Non solo: la Campania sarà libera di conferire anche ulteriori risorse idriche, come quelle ora in concessione gratuita ad Aqp. Viene inoltre mantenuto lo schema a base di distretto idrografico, per cui non  è preclusa la partecipazione di altre regioni, quali Lazio, Molise, Calabria.
 

La dichiarazione di De Luca

A fare il punto ieri sera è lo stesso De Luca con una nota ufficiale della presidenza regionale della Campania: “Abbiamo sventato il colpo di mano e voglio ringraziare i ministri De Vincenti e Finocchiaro e i parlamentari campani. Attendiamo - ha dichiarato De Luca - la piena operatività della norma e le proposte applicative che verranno dal Governo, a partire dallo statuto e piano strategico che dovrà perseguire il nuovo Ente - ha aggiunto ancora il  governatore campano, per poi concludere - ci attendiamo che tali proposte rispettino le legittime prerogative della Campania nel campo della captazione e gestione delle risorse idriche presenti nel nostro territorio, per consentirci di fornire il nostro contributo nell'interesse delle popolazioni campane e in un quadro di leale cooperazione istituzionale”.