Si tratta di interventi prioritari come l’infrastrutturazione e la modernizzazione delle reti irrigue. Opere in grado di produrre un risparmio idrico che, rispettando l’obiettivo del bando del Psrn (piano di Sviluppo rurale nazionale), va dal 5 al 25%.
“Per un’agricoltura efficiente, la disponibilità idrica è il primo fattore di produzione. Riteniamo indispensabile agire in prevenzione anziché intervenire in emergenza. Per farlo serve un piano regionale pluriennale che soddisfi appieno la progettualità esecutiva manifestata dai Consorzi di bonifica, che vada a compensazione degli investimenti all’interno del Psrn”, commenta Giuseppe Romano, presidente di Anbi Veneto.
"Gli investimenti irrigui si devono tradurre in una progettualità ben definita e programmata, a partire dal bando del piano di Sviluppo rurale nazionale, ai fondi di Sviluppo e coesione, ad una pluriennale programmazione regionale".
"La nostra proposta alla Regione del Veneto prevede che agli ipotetici 60 milioni di euro che finiranno in Veneto attraverso i piani nazionali ed europei, si affianchi una programmazione regionale decennale per l’irrigazione da 8 milioni di euro all’anno. Così, con altri 80 milioni di euro, riusciremo a coprire i costi degli interventi da noi considerati prioritari per l’irrigazione, che abbiamo quantificato in 147 milioni di euro", conclude Romano.
In tema di investimenti c’è un paradosso: l’agricoltura veneta traina l’economia italiana ma non si investe sulla rete irrigua, contribuendo a contrastare le frequenti annate siccitose.
Stime preliminari sul Pil diffuse dall’Istat, il Nord Est ha il rialzo più alto: +1,2% rispetto alla media nazionale +0,9%; a favorire questo aumento è stata in particolare l’agricoltura con un complessivo +4,5%.
Una situazione economica che ci ricorda che il cibo è irriguo e che solo grazie all’irrigazione si sono raggiunti livelli di produzione agricola lorda pari a 5,7 miliardi di euro.
Migliorare l’irrigazione del Veneto permetterebbe, inoltre, di contrastare annate siccitose come quella che stiamo affrontando dove si è registrato un valore medio di piovosità primaverile tra i tre più bassi degli ultimi 23 anni (-30%) con forte deficit su tutto il territorio veneto.
Tuttavia dei 300 milioni di euro destinati dal Psrn solo 30-40 milioni saranno destinati al Veneto, mentre dei 295 dell’Fsc, la cui ripartizione vede il 20% delle risorse indirizzate al Centro Nord ed il restante al Sud, 10-20 milioni circa troveranno la strada del Veneto.
L’assessore all’Agricoltura Giuseppe Pan, commenta: "Con i cambiamenti climatici in atto dobbiamo sempre più prepararci ad affrontare situazioni estreme. C’è un grande lavoro nazionale da fare. Ci batteremo affinché i fondi nazionali vengano erogati velocemente, in quanto in Veneto, grazie anche al grande lavoro dei consorzi di bonifica, abbiamo progetti esecutivi e le risorse, quando ci sono, vengono investite senza perdite di tempo".
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Fonte: Anbi Veneto