L'ortofrutta è un comparto strategico, in salute e competitivo? Sì. Anzi, no. Insomma, forse.
E' un quadro che potremmo definire eufemisticamente a luci e ombre quello emerso dal convegno con tavola rotonda "Una strategia per il settore ortofrutticolo italiano", organizzato da Italia ortofrutta Unione nazionale, al quale sono intervenuti il viceministro dell'Agricoltura Andrea Olivero e il capo dipartimento delle Politiche europee e internazionali e dello sviluppo rurale del ministero Giuseppe Blasi; oltre ovviamente a Gennaro Velardo e Vincenzo Falconi, rispettivamente presidente e direttore di Italia ortofrutta e Marco Salvi, presidente di Fruitimprese, Davide Vernocchi, coordinatore ortofrutta di Alleanza delle cooperative, e Stefano Franzero, direttore di Unaproa.

Il fatto è che, come ogni anno, tutta la discussione si è focalizzata sulla necessità di trasformare un settore individualista come pochi altri in un insieme di elementi aggregati in grado di elaborare strategie comuni e seguirle. In pratica, almeno stando a quanto visto negli anni passati, una vera e propria utopia.
Non che non si continuino a fare tentativi in tal senso; l'ultimo è un documento condiviso, elaborato da Italia ortofrutta, Fruitimprese, Alleanza delle cooperative agroalimentari e Unaproa, contenente una serie di proposte per il rilancio del settore. Su quali queste proposte siano, tuttavia, nessuno si è sbottonato, lasciandole di fatto avvolte nelle tenebre per tutti coloro che non ne sono stati gli autori o i destinatari.

L'obiettivo, comunque, è "un rilancio complessivo dell'ortofrutta italiana attraverso la predisposizione di una strategia nazionale di settore e di un miglioramento nell'utilizzo dei fondi Ocm" ed è lecito supporre che nel documento si parli anche di catasto ortofrutticolo nazionale, tavolo di confronto e omogeneizzazione delle norme a livello nazionale attraverso un ruolo più centrale del Mipaaf nello sviluppo di linee guida vincolanti, che eliminino le assurde differenze tra Psr.

La sollecitazione dei rappresentanti del mondo produttivo a una maggiore aggregazione ha trovato ampia sponda in quelli del ministero, con Olivero che ha dichiarato: "il mondo produttivo deve avere il coraggio di fare un salto in avanti e affrontare la sfida imprenditoriale dell'aggregazione e noi dobbiamo stimolare in ogni modo questo processo", proseguendo con le sue assicurazioni personali della disponibilità del Mipaaf a far partire il tavolo di confronto già nelle prossime settimane. Il viceministro ha anche avallato la proposta di istituire un catasto ortofrutticolo.

I dati economici ci dicono che, dietro ai problemi, c'è molto da salvare. In base ai dati diffusi, infatti, il settore che produce 24,4 milioni di tonnellate su una superficie di oltre un milione di ettari, vale il 23% dell'agricoltura nazionale, dà occupazione, investe sulla qualità del prodotto e vende all'estero.

Chissà cosa potrebbe fare se tutti gli attori del comparto riuscissero veramente a unirsi in un fronte comune guidato da un'unica cabina di regia.