Gli effetti più pesanti sono stati a carico di vigneti, frutteti e ortaggi, colpiti a macchia di leopardo in tutto il territorio regionale, in particolare nei fondovalle, con danni che secondo le prime stime fatta dalla Cia Umbria potrebbero portare a cali di produzione anche del 50% e del del 70%.
Ma c’è preoccupazione anche per alcuni cereali. L’abbassamento delle temperature sotto lo zero si è ripetuto per più notti consecutive ed è giunto dopo che il clima primaverile aveva risvegliato le piante rendendole più vulnerabili.
Una situazione preoccupante quindi, che va ad aggiungersi ad una siccità invernale già importante e ad un innalzamento anomalo, nelle settimane scorse, delle temperature molto al di sopra delle medie del periodo.
E mentre in Toscana l'assessore regionale Marco Remaschi all'agricoltura incontrerà nei prossimi giorni le associazioni agricole per fare il punto sulla situazione, in Abruzzo i tecnici sono al lavoro per stimare l'entità dei danni per poter procedere ai risarcimenti, laddove il freddo o la grandine abbiano portato ad una perdita compresa tra il 20% e il 30% a secondo delle zone.
In Umbria, la Coldiretti regionale, con una lettera inviata dal presidente Albano Agabiti, ha chiesto formalmente alla Regione di attivare le procedure per il riconoscimento dello stato di calamità naturale.
Il riconoscimento dello stato di calamità non prevederebbe aiuti alle colture assicurabili, però permetterebbe degli sgravi per le imprese, come ad esempio la sospensione delle rate dei mutui e del pagamento dei contributi. Darebbe insomma un attimo di respiro alle aziende danneggiate.
E per Coldiretti queste anomalie climatiche, che non indugia a attribuirle ai cambiamenti climatici, devono essere lo stimolo per lavorare in maniera diversa e più incisiva sulle assicurazioni, con formule capaci di salvaguardare il reddito delle aziende agricole.
Il tema delle assicurazioni è stato sollevato anche dalla Cia umbra, che denuncia però anche il mancato pagamento dei risarcimenti relativi ai danni da grandine del 2015 non ancora versati agli agricoltori.