“Vinitaly 2017 sarà la capitale della nuova Politica agricola comune – ha sottolineato nella conferenza stampa di presentazione il ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina – è un’occasione imperdibile per riscrivere le linee a sessant’anni dai Trattati di Roma costitutivi della Comunità economica europea, con la presenza del commissario europeo per l’Agricoltura Phil Hogan.
Chiediamo quindi in particolare all’esperienza vitivinicola italiana di essere protagonista di questa riflessione. A Vinitaly porteremo il Testo unico del vino, e daremo spazio alla discussione presentando il primo pacchetto attuativo.
Anche sul registro vinicolo digitale la sfida è decisiva e va seguita con grande attenzione nelle prossime fasi. E’ un cambio di prospettiva che dovrà essere un processo collettivo”.
Il prossimo Vinitaly seguirà il percorso di crescita e sviluppo delineato nel 2016 in occasione del 50esimo anniversario, grazie al piano industriale adottato con la trasformazione in Spa di Veronafiere.
“Il nuovo piano da 94 milioni di euro di investimenti al 2020 ha analizzato attentamente le dinamiche del mercato fieristico mondiale, europeo e italiano – sottolinea il presidente di Veronafiere Maurizio Danese – Per il settore wine and food, il progetto prevede una crescita mirata all’estero e nuovi servizi per l’internazionalizzazione delle imprese del settore, con focus su Stati Uniti e Cina”.
Internazionalizzazione, occasioni di business e innovazione digitale sono le tre leve su cui si baserà ancor di più la prossima edizione della rassegna.
“Per raggiungere gli obiettivi prefissatici ci stiamo attrezzando anche dal punto di vista tecnologico – spiega Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere – questa edizione di Vinitaly inaugura un progetto pilota di digital transformation che coinvolgerà alcune migliaia di buyer esteri, durante il quale saranno sperimentate soluzioni 4.0”.
La priorità rimane comunque l’internazionalizzazione del business. A inizio marzo i nuovi buyer esteri registrati sono duemila, con i nuovi arrivi che provengono in particolare da Usa, seguiti da Cina e Hong Kong. Aumentano le presenze anche da Taiwan, Brasile, e nonostante Brexit, anche dal Regno Unito. Già fissati in agenda per la prossima edizione cinquemila incontri b2b con gli operatori esteri selezionati dalle attività di incoming congiunte, supportate dalla collaborazione di Veronafiere con l’agenzia Ice, grazie al piano di promozione del made in Italy promosso da Mise e Mipaaf.