“La chiusura dell’accordo 2017 oltre che tardiva è anche pessima – commenta il presidente di Coldiretti Emilia Romagna Mauro Tonello – come risulta chiaramente dalla fissazione di un prezzo che non consente la remunerazione adeguata del prodotto e lascia solo lavoro e rischi a carico degli agricoltori”.
“Con le regole attuali l’accordo non lascia spazio agli agricoltori – continua Tonello – le organizzazioni di prodotto non hanno nessun potere contrattuale e sono organismi che, sostenendosi economicamente sulla base dei quantitativi di pomodoro che contrattano, non guardano più la redditività e gli interessi dei produttori. Come Coldiretti continueremo a lavorare per cambiare questo sistema e introdurre strumenti diversi, come il distretto, e regole diverse, come l’introduzione dell’origine obbligatoria per tutti i derivati del pomodoro”.
“Il trend è negativo, negli ultimi due anni si va dai 92 ai 79,75 euro a tonnellata – spiega Gianni Tosi, presidente di Confagricoltura Emilia Romagna – gli agricoltori non posso accettare una decurtazione del prezzo di questo livello, pari al 15%. Ci auguriamo che le Op sappiano quantomeno programmare le superfici coltivate necessarie per ottenere i quantitativi produttivi previsti dall’accordo”.