Il mercato sul quale è focalizzata l’attenzione quest’anno al Wine2Wine è la Cina, sbocco di mercato di grandi prospettive per il vino italiano, dove dopo un periodo di arresto ora il vino made in Italy sta ottenendo ottime performance, seppur con quote di mercato ancora marginali.
Fra le novità relative al mercato cinese, come è emerso dal convegno organizzato da Business Strategies, è stato il sorpasso del consumo di vino da uva su quello prodotto da riso nel 2016, risultato che segna un ulteriore passo verso la maturità dei consumatori cinesi. Fra gli altri dati molti interessanti c’è una forte crescita del canale di vendita dell’ecommerce, passando dal 2 al 19% delle vendite totali in Cina.
Secondo l’Osservatorio sui Paesi terzi di Business Strategies e Wine Monitor, la Cina è il quarto buyer mondiale di vino e nel 2016 la crescita dei consumi è sempre più forte. Nei primi dieci mesi l’import ha messo a segno un forte +28,8%, con un valore che per la prima volta sfiora la soglia dei 100 milioni di euro. La quota di mercato del vino italiano rimane ancora però basso (5,6%), rispetto ai leader come Francia (43,3%), Australia (24,1%), Cile (11%) e Spagna (6,7%).
“Ci sono indicatori importanti che dimostrano come il brand e il posizionamento del prodotto saranno sempre più importanti per vincere sul mercato cinese – ha sottolineato Silvana Ballotta, ceo di Business Strategies, nell'ambito del convegno “Il mercato del vino in Cina: quali sviluppi?” – Questo ce lo fa ben capire la crescita delle vendite nei ristoranti. Ci sono segnali di maggior conoscenza e autonomia da parte del consumatore, comprovata anche dalla crescita dei consumi e della cultura del vino, non solo nelle grandissime metropoli ma anche in diverse regioni importanti”.
Nel giro di dieci anni le importazioni cinesi di vino sono passate da 60 milioni a oltre 1,8 miliardi di euro di valore, con una proiezione a fine 2016 fino ai 2,2 miliardi di euro. Sul fronte italiano, le buone notizie non vengono solo da valore, ma anche sul prezzo medio dell’imbottigliato fermo (+21,25%). Prezzi in calo per gli spumanti (10%).