Ismea e Unaprol hanno diramato oggi – 18 novembre 2016 – una nota previsionale con la quale hanno ridotto di un ulteriore 5% le attese produttive 2016 che, secondo i dati più recenti, si attestano a 243mila tonnellate, circa la metà rispetto al dato dello scorso anno (474.620 tonnellate la produzione del 2015).
Una precedente rilevazione di Cno–Unasco, resa nota nella prima decade di ottobre, era attestata su una riduzione produttiva di circa il 45%, ma con un outlook negativo.
La reazione dei mercati non si è fatta attendere, perchè la sensazione che la produzione fosse al di sotto delle previsioni era palese da tempo: le tendenze rialziste dei prezzi hanno portato in media gli extravergine a 5,52 euro al chilo già a metà novembre, ma con la piazza di Bari già oltre i 5,70 euro al chilo, quando a settembre le trattative si sono chiuse su valori attorno a 3,80 euro al chilo.
All’annata 2016 di “scarica”, strutturale dopo l’ottima produzione dello scorso anno che in alcune aree del Sud aveva toccato nel 2015 livelli record, si sono purtroppo sommati gli effetti negativi del clima, decisamente avverso e con bizzarre alternanze di caldo e freddo e piogge spesso inopportune.
Male il Sud, dove il -50% stimato ad oggi potrebbe risultare anche ottimistico: perché restano pesantemente in rosso tutti i bacini più importanti, con la Puglia in peggioramento del 10%, regione che pesa in termini produttivi e che aggrava il bilancio del Mezzogiorno, nonostante qualche altro areale appaia in parziale ripresa sulle precedenti previsioni.
La Puglia marcerebbe verso il -50% sullo scorso anno, contro una previsione di -40% del Cno-Unasco risalente allo scorso ottobre. In pratica, la principale regione produttrice di olio da pressione si ritroverebbe nel 2016 con poco più di 121mila tonnellate di prodotto contro le oltre 242mila dello scorso anno.
In Calabria – seconda regione produttrice di olio di oliva - la previsione Ismea Unaprol segna un -53%, che appare in recupero sul -65% della previsione Cno – Unasco. Nel 2016 la regione si troverebbe a produrre poco più di 31mila tonnellate di olio, contro le oltre 66mila dello scorso anno.
Secondo Ismea e Unaprol la Sicilia sarebbe oggi al -52% sullo scorso anno, mentre ad ottobre le previsioni Cno – Unasco la davano al – 65%. Resta sul tappeto un calo quantitativo importante: appena 25mila tonnellate di olio da pressione per la terza regione italiana produttrice.
Le previsioni odierne Ismea – Unaprol danno la Campania ad un – 50% sulla produzione dello scorso anno, stabili rispetto a quelle dello scorso ottobre. Un dato produttivo che si ferma a poco più di 9mila e 600 tonnellate di olio da pressione, contro le oltre 19mila tonnellate dello scorso anno.
Molise e Basilicata, che le previsioni dello scorso ottobre accomunavano ad un -65%, restano oggi in area negativa, ma accreditate entrambe ad un -40% comunque pesante.
Al Centro – secondo la previsione Ismea – Unaprol, la flessione è di poco superiore al 40% (Toscana -35%, Umbria -38%).
In controtendenza il Nord, pur nelle limitate dimensioni della sua produzione, che mostra invece una progressione rispetto allo scorso anno sia perché le condizioni climatiche non sono apparse tanto sfavorevoli quanto al Sud, sia perché avendo dei bacini produttivi più contenuti è stato più semplice il controllo e la difesa dalle malattie. Male, invece, la Liguria (-50%).