L’assessore alla Politiche agricole della Basilicata, Luca Braia, ha disposto che nei prossimi 15 giorni vi sarà un incontro operativo con allevatori, trasformatori e produttori dell’areale di produzione del Pecorino di Filiano Dop, al fine di ottenere “una maggiore apertura, coinvolgimento e capacità di inclusione degli attori da parte del Consorzio tutela e l’impegno deciso, da parte del Dipartimento Agricoltura, di mettere in campo tutte le azioni di accompagnamento dei processi necessari al rilancio della Dop, dalla sua produzione fino alla valorizzazione e vendita", come ha affermato l’assessore. E ha lanciato un appello all’aggregazione  a tutti i Consorzi Dop e Igp della Basilicata.
 
Il pecorino di Filiano Dop si produce in un areale che comprende 30 Comuni con circa 160mila capi di ovini ed un potenziale economico importante, “che deve potersi esprimere sul mercato, dato il suo legame imprescindibile col territorio e identitario dell’intera Basilicata dei prodotti di qualità riconosciuti dall’Europa, superando proprio attraverso l’aggregazione e la volontà di lavorare insieme le tante criticità del settore" ha sottolineato Braia.
 
Le dichiarazioni dell’assessore lucano sono stare rese nell’incontro tenutosi proprio a Filiano (Potenza), organizzato dal sindaco Francesco Santoro e dalla sua amministrazione, alla presenza del presidente del Consorzio per la tutela del pecorino di Filiano Dop, Luigi Zucale, di numerosi allevatori e trasformatori dell’area e del Dirigente dell’ufficio zootecnia del Dipartimento Agricoltura, Ermanno Pennacchio oltre che dei sindaci di Bella, Michele Celentano, e di San Fele, Donato Sperduto.
 
“La discussione appassionata e approfondita sul rilancio del Pecorino di Filiano Dop riporta l’attenzione sull’importante ruolo che i consorzi di tutela e valorizzazione dei nostri prodotti certificati, ben nove in Basilicata, devono giocare oggi più che mai per contribuire, proprio partendo dal settore agroalimentare riconosciuto per identità e qualità, allo sviluppo economico di una Regione che ha i riflettori del mondo puntati grazie al Matera Capitale europea della cultura 2019" ha sottolineato Braia
 
Il pecorino di Filiano, il canestrato di Moliterno e il caciocavallo Silano, insieme ai fagioli di Sarconi, al peperone di Senise, ai fagioli bianchi e alla melanzana rossa di Rotonda, all’olio extravergine Vulture e al pane di Matera, questi i prodotti a denominazione lucani, che “grazie al contributo dei rispettivi Consorzi di tutela, possono essere un traino per l’intero comparto agroalimentare lucano, nel momento in cui riescono ad aggregare ed associare attorno allo stesso obiettivo di valorizzazione e rappresentatività del prodotto tutti gli attori dei territori coinvolti".
 
Nel Programma di sviluppo rurale della Basilicata è attiva la misura 3.2 che metterà a disposizione delle Dop e delle Igp risorse finanziarie “attraverso un bando dedicato proprio ai consorzi di tutela ed è un’occasione che non può andare persa. Il Dipartimento è a disposizione per accompagnare e sostenere il comparto in maniera molto diversa dal passato, favorendo tutte le progettualità che sapranno abbracciare la logica nuova dell’organizzazione, dell’aggregazione, della filiera in cui ognuno gioca bene la sua parte e della visione comune – conclude Braia, sottolineando che occorre creare, da parte dei consorzi, - processi virtuosi che spingano ad uno stare insieme che diventa vantaggio per tutti perché funzionale allo stesso mercato che richiede gran voce i prodotti della nostra Regione”.