“La missione del commissario Hogan in Cina e Giappone ci ha permesso di portare un contributo forte in termini di associazione e di sistema delle imprese cooperative all’attività della stessa Ue, finalizzata a trovare degli accordi che, attraverso specifici dossier, devono essere portati avanti. Riteniamo che Cina e Giappone possano dare un futuro alla nostra internazionalizzazione, anche alla luce dell’embargo russo”.

Il presidente nazionale del settore agroalimentare dell’Alleanza delle cooperative italiane, Giorgio Mercuri, promuove a pieni voti la missione di alto livello che l’Unione europea ha organizzato lo scorso aprile in Cina e Giappone. Una missione innanzitutto diplomatica, con il commissario all’Agricoltura Phil Hogan impegnato in prima persona con i ministri e i rappresentanti dei due Paesi per far avanzare verso un esito positivo i negoziati per il libero scambio commerciale.

Gli accordi sono su una strada accidentata, in quanto, non riguardando solamente gli aspetti dell’agroalimentare, si intersecano con questioni commerciali più ampie. Ad esempio, il Giappone premerebbe per introdurre sul mercato europeo e a dazio zero le proprie automobili.
Fra le variabili più ostiche legate al comparto agroalimentare, però, ci sarebbero una serie di aspetti legati alla sicurezza alimentare, alle barriere daziare e tariffare che, sottolinea Mercuri, “non permettono al prodotto italiano di essere competitivo”.

Proprio per questo, prosegue il numero uno dell’Alleanza delle cooperative italiane, “in questa fase abbiamo chiesto con forza che si tenga conto anche di quelle produzioni mediterranee, di cui le nostre cooperative sono produttrici, e soprattutto di quel made in Italy che in Cina e Giappone è molto ricercato. C’è una forte presenza di prodotto italiano, in particolare in Giappone, che tuttavia deve fare i conti con le difficoltà legate ai prezzi alti, alle barriere sanitarie e fitosanitarie, con la conseguenza che il prodotto italiano è meno competitivo rispetto ad altri”.

Strategico il contributo della cooperazione. “Innanzitutto per il ruolo non banale di presentare a una popolazione che ama la qualità il vero made in Italy - sottolinea Mercuri - con tutta la propria gamma di gusti originali, diversi, con le produzioni di nicchia e quelle Dop e Igp, verso le quali l’attenzione alla produzione è altissima”.

Nella fase diplomatica, inoltre, “lo stesso commissario Hogan si è fatto portavoce delle istanze dell’Alleanza delle cooperative italiane e del mondo produttivo rappresentato dal Copa Cogeca, spingendo affinché ad esempio in Giappone venissero rivisti i protocolli equivalenti per la valutazione dei vini, delle etichette e dell’origine del prodotto. Non dimentichiamo infatti che proprio nel dossier legato al vitivinicolo l’Europa sconta la concorrenza del Cile, che ha ottenuto dal Giappone di esportare le proprie bottiglie a dazio zero, balzando al primo posto fra i vini esteri più consumati, persino davanti alla Francia che nel Sol Levante aveva una posizione dominante di mercato”.

Bene il negoziato bilaterale. Secondo Giorgio Mercuri una parte di responsabilità nei negoziati sarà in carico anche all’Italia, in un’ottica di un negoziato bilaterale.
“L’Europa è unita e sta conducendo il proprio accordo complessivo - osserva - ma nella trattativa bilaterale fra Italia e Giappone si giocherà un’altra fetta molto interessante. Per cui, giudico molto positivamente la presenza del ministro Maurizio Martina a Tokyo e lo rassicuro sul fatto che la cooperazione agroalimentare italiana è presente e disponibile ad esportare. Non possiamo perdere tempo nel seguire tutti i dossier, senza arrivare a conclusioni concrete, ma dobbiamo fare in modo che il nostro Paese abbia un proprio spazio significativo”.

In Giappone, con Alleanza delle cooperative, la delegazione è composta da altre cinque aziende di cui quattro cooperative: Cantine riunite & Civ e Gruppo italiano vini, Frantoio del Grevepesa, Romagna Coop food, Casalasco del pomodoro Sac.