E’ stato approvato il Piano strategico nazionale per lo sviluppo dell’agricoltura biologica, divulgato sul sito del Mipaaf e su quello del Sinab. Ora il Piano deve entrare nella sua fase operativa. L’obiettivo è lo sviluppo del sistema biologico nazionale, attraverso la messa in campo di dieci azioni strategiche, per raggiungere tre obiettivi fondamentali: il rafforzamento della fase produttiva, l’incremento delle relazioni di filiera e il rafforzamento del sistema biologico stesso.

Analizzando il piano misura per misura, si parte dalla prima azione, il “Biologico nei Piani di sviluppo rurale”, relativa alla misura 11 del Psr. In questa prima strategia viene sottolineata la necessità di sviluppare interventi per uniformare le condizioni di applicazione di misura tra le diverse Regioni italiane. La seconda azione riguarda le politiche di filiera, che necessitano di una maggiore strutturazione nel settore biologico; per questo il Piano punta a favorire l’aggregazione del mondo della produzione.

Fondamentale importanza riveste l’azione 3 “Biologico made in Italy e comunicazione istituzionale”: si punta molto sull’obbligo di indicare in etichetta l’origine del prodotto biologico, allegato alla promozione del made in Italy da realizzarsi con il piano di internazionalizzazione dell’agroalimentare. L’azione 4 riguarda il biologico e il Green Public Procurement, ovvero un orientamento sempre più maggiore da parte della pubblica amministrazione in materia di approvvigionamento per beni e servizi in acquisti verdi. In questo ambito il biologico riveste un ruolo essenziale nella ristorazione ospedaliera, nelle mense scolastiche e nella gestione del verde e aree pubbliche.

La quinta azione riguarda tutto il capitolo della semplificazione della normativa sul biologico, con la quale è necessario ridurre l’incidenza degli oneri amministrativi a carico delle imprese e degli organismi di certificazione. Il Piano strategico punta a una rivisitazione dell’intero corpus normativo, da realizzarsi in particolare con la partecipazione delle amministrazioni regionali. Molto importante poi tutta la questione della formazione, informazione e trasparenza, concentrata nell’azione numero 6: occorre infatti stimolare percorsi formativi specifici rivolti all’agricoltura biologica in ambito universitario e di istituto tecnico.

Sempre sul tema della semplificazione si riferisce l’azione 7 “Biologico paperless – informatizzazione”, che punta all’innovazione e al digitale, con l’eliminazione della documentazione cartacea e il supporto di strumenti informatici per il miglioramento dei controlli. L’azione 8 riguarda la Revisione normativa sui controlli, mentre il punto 9 si riferisce al controllo delle importazioni. Di vitale importanza, specialmente in ottica futura, l’azione 10, contenente le strategie per costituire un piano per la ricerca e innovazione in agricoltura biologica.

Pur non essendo ancora definita la dotazione economica per la sua realizzazione – spiega una nota di Confagricolturail Piano rappresenta un indirizzo chiaro e completo che contribuirà a sviluppare il settore e a tutelare il consumatore. Ci auguriamo che abbia il necessario supporto economico da parte del governo. Il Piano strategico, costituito da dieci azioni, ha come obiettivo il potenziamento del settore bio che è in continua crescita, con un giro d’affari al consumo superiore ai 2,1 miliardi di euro nel solo canale domestico. Inoltre, secondo i dati di Ismea, gli acquisti di alimenti biologici presso la Gdo hanno un valore di circa 855 milioni di euro ed esprimono tassi di crescita molto sostenuti, in evidente controtendenza rispetto alle vendite di prodotti alimentari convenzionali”.

I dati sono molto incoraggianti e il settore bio presenta ancora ampi spazi di crescita. Secondo i dati Ismea e Assobio, il mercato interno degli alimenti biologici in Italia è risultato in continua crescita, toccando nel 2014 i 2,46 miliardi di euro di giro d’affari. Se a questo valore si aggiunge poi il fatturato da export, 1,42 miliardi di euro, allora il mercato complessivo si attesta sui 3,88 miliardi di euro (dati 2015 di Ismea, Assobio e Nomisma). Con questa importante quota destinata all’export, l’Italia risulta il primo paese esportatore al mondo di prodotti biologici, con una crescita media annua del 9,5%.

Fra i canali per fatturato delle vendite di prodotti biologici sul mercato italiano, il 41,6% del mercato interno è detenuto dalla Gdo, mentre il 32,7% proviene dai negozi specializzati. Per quanto riguarda le superfici, quelle coltivate ad agricoltura biologica hanno raggiunto un’estensione di oltre 1,3 milioni di ettari, pari all’11,2% della Sau totale italiano, con un incremento del 5,4% rispetto al 2013. Crescono anche gli operatori, il 5,8% in più rispetto all’anno precedente, raggiungendo così le 55433 unità.

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