La dinamica negativa si riflette, anche se in maniera minore, sui prezzi al consumo dei beni alimentari e bevande inclusi alcolici, il cui indice calcolato dall’Istat (Foodxt) registra variazioni negative del -0,1% rispetto a febbraio e del -0,3% su base annua. Decisiva la flessione dei prezzi al consumo dei beni alimentari non lavorati, che a marzo ha riportato una variazione pari al -1% rispetto allo stesso mese del 2015.
L’indice core, elaborata dall’Ismea escludendo i gruppi di prodotti “ortaggi” e “frutta fresca”, conferma questa tendenza deflativa significativa scendendo nel mese di marzo a quota 109,6, con una contrazione congiunturale (-0,4%) e un andamento negativo dei prezzi pari a -7,8% rispetto al marzo dell’anno scorso. Per quanto riguarda i prezzi dei prodotti vegetali, i dati di marzo mostrano una situazione deflativa (-16,5% su base annua), nonostante la lieve ripresa congiunturale (+1,3% rispetto a febbraio).
Il calo riflette soprattutto la flessione dei prezzi della frutta e degli olii e grassi vegetali, ma ance il calo più contenuto delle quotazioni dei cereali e dei semi oleosi. Scendono anche le quotazioni dei vini (-2,4%), mentre l’unico segno positivo arriva dalle colture industriali (+8,8%).
Anche per quanto riguarda il comparto zootecnico la dinamica rimane negativa (-4,2%), nonostante una situazione congiunturale nel complesso favorevole (0,5%). Il dato tendenziale riflette le variazioni annue negativa per tutti i settori ma in particolare per i prezzi delle uova che segnano un -22% rispetto a febbraio 2015.